martedì 16 luglio 2013

Emu


Dopo la valanga di problemi dei primi due giorni ci siamo ritrovati a godere della vita agreste senza troppi intoppi successivi: il clima di Gunnedah è tendenzialmente assolato e la piovosità è bassissima quindi, nonostante sia inverno e le temperature si aggirino tra lo zero e i 20 °C, durante le giornate assolate se non c’è vento si può tranquillamente stare in maglietta. 

Noi, custodi di un’immensa proprietà, ne godiamo i frutti senza esserne padroni. Ci avevano detto di prenderla in maniera rilassante, e così facciamo: la mattina si lavora (in campagna c’è sempre qualcosa da fare) mentre il pomeriggio si legge, si chiacchiera, si pensa e si progetta. Se non erro, Orazio (non il fabbro di Tor Pignattara ma l'autore latino) scrive dell’ozio (come opposto al negozio – il non ozio – il lavoro), come quanto di più proficuo per un imprenditore, per creare e progettare le prossime mosse del suo business. Ed è esattamente così, in quanto senza pressioni e senza pensieri urgenti la mente (incapace di stare semplicemente ferma) inizia a immaginare, progettare, creare. Il motivo per cui i soldi attirano i soldi sta nel fatto che chi possiede la pecunia ha solitamente il tempo per pensare a modi proficui per investire, attirando maggior guadagno. 

Noi siamo senza pecunia, ma in questo fortunatissimo momento abbiamo la mente libera per pensare al nostro futuro. E fare questo mentre si guarda l’orizzonte in maglietta ha tutto un altro sapore. Proprio in uno di questi magici momenti, martedì, il cielo ci ha riservato una curiosa sorpresa: per un sconosciuto motivo si sono radunati nel cielo decine e decine di rapaci, sicuramente falchi e forse qualche aquila, volteggiando in stormi sopra le nostre teste. Abbiamo contato tre stormi di forse una quarantina di individui ognuno. Solitamente cose del genere accadono in concomitanza di incendi perché una grande quantità di prede esce allo scoperto per fuggire dal fuoco, ma non c’era nessun incendio e niente di evidente. Se tra i lettori c’è un ornitologo ci farebbe molto piacere sapere il motivo di tale assembramento!

Sull’onda animalosa giovedì abbiamo deciso di andare allo Zoo di Gunnedah. Alla faccia dei costosissimi zoo delle capitali, questo ci è costato solo 5 dollari a testa permettendoci di ammirare da vicino la maggior parte della fauna australiana. Dopo aver fatto amicizia con un simpaticissimo e affettuoso emu, i guardiani dello zoo ci hanno permesso di vedere da vicino e accarezzare i koala per poi finire in bellezza scambiando quattro chiacchiere con una mamma canguro molto amichevole (e decisamente attratta dai nostri biscotti alla macadamia…).

Ma anche questa volta il fetentissimo vombato dal naso peloso non c’ha voluto dare soddisfazione: essendo animale notturno, se ne stava beatamente a ronfare nella sua tana e l’unica cosa che sono riuscito a fotografare è stata una zampa. Non mi ero accorto che Ame aveva invece fotografato un intero muso del talpone-topone marsupiale! Questa in ogni caso è un area poco vombato-friendly, per cui sarà molto improbabile un incontro fortuito tra i campi. In compenso è stato fantastico notare la sincera amichevolezza di uno degli emu: dopo un po’ di carezze ha deciso che il trattamento era di suo gradimento, così si è seduto per riceverne altre e poco ci mancava che si addormentasse lì! A ogni carezza socchiudeva un po’ di più gli occhi!

I koala invece sono veramente poco soddisfacenti: dormono 22 ore al giorno e nelle sole due ore di veglia mangiano. Sono talmente pigri che nemmeno si svegliano per i bisogni, facendoli senza alcun pudore nel sonno. Indispettito dalla loro pigrizia, dato che ci era stato concesso di accarezzarli, ne ho accarezzato vigorosamente uno fino a farlo svegliare. Dopo essersi sganasciato per un minuto buono in sbadigli, mi ha guardato assonnato come a chiedermi “perché, fratello, perché…” ed è tornato a dormire. 

No, il koala non è il mio animale australiano preferito. Il canguro invece ha tutta la mia stima: si sdraia al sole con fare quasi umano, si volge verso l’orizzonte con lo sguardo pensoso, saltella per le praterie… mostra anche un discreto livello di intelligenza nel suo interfacciarsi con l’uomo, e la faccia a metà strada tra il cane e il coniglio di certo aiuta molto a vederlo come animale amichevole. Ma è l’emu che ha destato tutta la mia ammirazione: quest’enorme pollo non solo non s’è minimamente sognato di beccarmi gli occhi (come temevo), ma ha anche mostrato di amare le carezze quanto un cane o un gatto, seguendomi lungo tutto il recinto e senza che gli dessi del cibo. Pura curiosità e voglia di compagnia, cose che da un pollo non ti aspetti, ma che un pollo gigante certamente può dare! 

Prossimo animale da giardino: emu!

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