Dopo la valanga di problemi dei
primi due giorni ci siamo ritrovati a godere della vita agreste senza troppi
intoppi successivi: il clima di Gunnedah è tendenzialmente assolato e la
piovosità è bassissima quindi, nonostante sia inverno e le temperature si
aggirino tra lo zero e i 20 °C, durante le giornate assolate se non c’è vento
si può tranquillamente stare in maglietta.
Noi, custodi di un’immensa
proprietà, ne godiamo i frutti senza esserne padroni. Ci avevano detto di
prenderla in maniera rilassante, e così facciamo: la mattina si lavora (in
campagna c’è sempre qualcosa da fare) mentre il pomeriggio si legge, si
chiacchiera, si pensa e si progetta. Se non erro, Orazio (non il fabbro di Tor
Pignattara ma l'autore latino) scrive dell’ozio (come opposto al negozio – il non ozio – il
lavoro), come quanto di più proficuo per un imprenditore, per creare e
progettare le prossime mosse del suo business. Ed è esattamente così, in quanto
senza pressioni e senza pensieri urgenti la mente (incapace di stare
semplicemente ferma) inizia a immaginare, progettare, creare. Il motivo per cui
i soldi attirano i soldi sta nel fatto che chi possiede la pecunia ha
solitamente il tempo per pensare a modi proficui per investire, attirando
maggior guadagno.
Noi siamo senza pecunia, ma in
questo fortunatissimo momento abbiamo la mente libera per pensare al nostro
futuro. E fare questo mentre si guarda l’orizzonte in maglietta ha tutto un
altro sapore. Proprio in uno di questi magici momenti, martedì, il cielo ci ha
riservato una curiosa sorpresa: per un sconosciuto motivo si sono radunati nel
cielo decine e decine di rapaci, sicuramente falchi e forse qualche aquila,
volteggiando in stormi sopra le nostre teste. Abbiamo contato tre stormi di
forse una quarantina di individui ognuno. Solitamente cose del genere accadono
in concomitanza di incendi perché una grande quantità di prede esce allo
scoperto per fuggire dal fuoco, ma non c’era nessun incendio e niente di
evidente. Se tra i lettori c’è un ornitologo ci farebbe molto piacere sapere il
motivo di tale assembramento!
Sull’onda animalosa giovedì
abbiamo deciso di andare allo Zoo di Gunnedah. Alla faccia dei costosissimi zoo
delle capitali, questo ci è costato solo 5 dollari a testa permettendoci di
ammirare da vicino la maggior parte della fauna australiana. Dopo aver fatto
amicizia con un simpaticissimo e affettuoso emu, i guardiani dello zoo ci hanno
permesso di vedere da vicino e accarezzare i koala per poi finire in bellezza
scambiando quattro chiacchiere con una mamma canguro molto amichevole (e
decisamente attratta dai nostri biscotti alla macadamia…).
Ma anche questa volta il
fetentissimo vombato dal naso peloso non c’ha voluto dare soddisfazione:
essendo animale notturno, se ne stava beatamente a ronfare nella sua tana e
l’unica cosa che sono riuscito a fotografare è stata una zampa. Non mi ero accorto che Ame aveva invece fotografato un intero muso del talpone-topone marsupiale! Questa in ogni caso è un
area poco vombato-friendly, per cui sarà molto improbabile un incontro fortuito
tra i campi. In compenso è stato fantastico notare la sincera amichevolezza di
uno degli emu: dopo un po’ di carezze ha deciso che il trattamento era di suo
gradimento, così si è seduto per riceverne altre e poco ci mancava che si
addormentasse lì! A ogni carezza socchiudeva un po’ di più gli occhi!
I koala invece sono veramente
poco soddisfacenti: dormono 22 ore al giorno e nelle sole due ore di veglia
mangiano. Sono talmente pigri che nemmeno si svegliano per i bisogni, facendoli
senza alcun pudore nel sonno. Indispettito dalla loro pigrizia, dato che ci era
stato concesso di accarezzarli, ne ho accarezzato vigorosamente uno fino a
farlo svegliare. Dopo essersi sganasciato per un minuto buono in sbadigli, mi
ha guardato assonnato come a chiedermi “perché, fratello, perché…” ed è tornato
a dormire.
No, il koala non è il mio animale
australiano preferito. Il canguro invece ha tutta la mia stima: si sdraia al
sole con fare quasi umano, si volge verso l’orizzonte con lo sguardo pensoso,
saltella per le praterie… mostra anche un discreto livello di intelligenza nel
suo interfacciarsi con l’uomo, e la faccia a metà strada tra il cane e il
coniglio di certo aiuta molto a vederlo come animale amichevole. Ma è l’emu che
ha destato tutta la mia ammirazione: quest’enorme pollo non solo non s’è
minimamente sognato di beccarmi gli occhi (come temevo), ma ha anche mostrato
di amare le carezze quanto un cane o un gatto, seguendomi lungo tutto il
recinto e senza che gli dessi del cibo. Pura curiosità e voglia di compagnia,
cose che da un pollo non ti aspetti, ma che un pollo gigante certamente può
dare!
Prossimo animale da giardino:
emu!
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