lunedì 8 luglio 2013

BLACKOUT



Sabato 29, 7:30. La famiglia che ci sta ospitando parte puntualissima per le vacanze. Hanno dieci ore di viaggio da affrontare e, come ogni australiano che si rispetti, la prendono con calma e tranquillità: sono “solo” dieci ore di macchina. 

Il cielo è coperto. Piove. I pannelli fotovoltaici ovviamente non stanno producendo abbastanza carica, così decido di accendere il generatore a benzina per dare un po’ di sollievo alle batterie (così come consigliato dal tecnico). Misuro la gravità specifica della soluzione acqua-acido e la trovo ben al di sotto della norma. Controllo il voltaggio… 47 volts. Non buono, ma ancora non drammatico. Il generatore dovrebbe fare il suo lavoro e salvare la faccenda.

Ame ed io continuiamo a controllare ogni ora. I valori rimangono stabili (del resto non stiamo consumando energia, quindi devono rimanere stabili!). Ci godiamo la giornata di pioggia tra tisane e chiacchierate di fronte alla stufa a legna. Si avvicina il tramonto, così diamo da mangiare a cavalli, cani, polli e la grossa grassa gatta nera. Cala il sole, accendiamo le prime luci. Il generatore a benzina continua ad andare, ma i valori delle batterie invece di aumentare, diminuiscono. C’è qualcosa che non va. Stiamo consumando pochissimo e il generatore dovrebbe coprire tranquillamente il consumo di un tostapane (1000 Wh) e un bollitore (2000 Wh), invece due lampadine a risparmio energetico (25 + 25 Wh) stanno prosciugando la carica. Giriamo per casa staccando tutte le televisioni, impianti stereo, trasformatori e qualsiasi microscopica cosetta che possa consumare energia. Con una sola lampadina accesa continua a scendere la carica: prima 45 volt, poi ancora di meno.

Intanto Raja, la barboncina bianca formato mignon, non si presenta all’ora di cena. Strano.

Ho un presentimento e dico ad Ame: “guarda te che s’è buttata in un fosso”. Così prendo il quad e giro per la proprietà, scoprendo che non c’è un fosso. Chiama di qua, chiama di là, nessuna risposta. Poi, un abbaio randomico. Chiamiamo ancora e ancora… dopo cinque minuti, altro abbaio. Comprendiamo da quale direzione arrivi. Il giorno prima un operaio era venuto con la trivella a fare i buchi per una stalla che costruiranno a breve. Buchi profondi un metro o poco più, e larghi 40 cm. Uno si aspetta che un cane abbia un po’ di intelligenza e semplicemente non si vada a suicidare nel primo buco che incontra… ma a quanto pare avevamo sovrastimato l’intelligenza di questo quadrupede. Scopriamo lo stupido canide in fondo a uno di questi pozzetti che, invece di abbaiare disperatamente, stava correndo in verticale razzolando in circolo sulle pareti di terra rossa e bagnata, zuppa e col pelo variante dal rosso terra all’arancione, fino al beige-bianco. Perfetto… 

Prendiamo la campionessa d’intelligenza e la pocciamo in una pozzanghera, decisamente più pulita di lei, per togliere il grosso dell’argillone rosso che le ricopre le zampe. Fortunatamente è molto ubbidiente, così una volta messa in casa rimane a cuccia senza fiatare, evitandoci di asciugare le impronte sul parquet. 

19.00 circa: la corrente ci abbandona. Corro nell’impianto e scopro che le batterie sono a 42 volt… già 47 era critico e 45 era al limite, 42 era morte certa. Spengo il generatore e scopro che nessun valore cambia. Lo riaccendo, e ancora nessun cambiamento. Lo ri-spengo, niente. Mi sorge il dubbio che il generatore non stia generando un bel niente, così prendo una lampadina e ce l’attacco: come sospettavo, la lampadina non si accende: siamo senza generatore.
Non ci rimane che accendere le candele, cenare romanticamente e andare a letto… solo che anche solo far scorrere l’acqua è un problema: infatti la casa è totalmente autonoma anche dal punto di vista idrico, appoggiandosi alla sua propria riserva di acqua piovana nelle tre cisterne fuori casa, che forniscono acqua potabile tramite una pompa elettrica; niente elettricità, niente acqua. E anche il sistema fognario è collegato a una pompa elettrica, quindi un paio di giorni senza elettricità potrebbero creare qualche problema.

Domenica 30 giugno ci svegliamo ancora col cielo coperto, ma almeno non piove. C’è un po’ più di radiazione luminosa, il che permette al sistema di ripartire, almeno per far funzionare i servizi essenziali. Intanto mi smonto il generatore alla luce del giorno per capire cosa sia andato storto, trovando che il condensatore (necessario per mettere in fase la corrente in uscita) è esploso. Solo che a Gunnedah non è che semplicemente trovi un condensatore 450 volt 45 µF… anzi, non trovi nessun condensatore, perché non c’è un negozio deputato! Fortunatamente un vicino ci viene in soccorso, portando il suo generatore diesel che però sono quattro anni che non viene messo in moto. Proviamo ad accenderlo, parte, poi si spegne. Faccio il controllo dei filtri aria/olio, poi la pompa del carburante, infine l’iniettore. Tutto ok, ma forse la membrana in plastica della pompa s’è indurita stando ferma a lungo. Infatti a forza di farlo ripartire più e più volte, riparte una volta per tutte e rimane acceso. Solo che non produce corrente elettrica! Lo smonto, e trovo lo stesso condensatore di cui ho bisogno… ed è integro! Non so quale sia il problema su questo generatore, ma stacco il condensatore e lo monto sul nostro: in cinque minuti abbiamo di nuovo corrente elettrica e finalmente le batterie iniziano a ricaricarsi! Solo che i valori della gravità specifica sono mortalmente bassi: la batterie non tengono la carica. 

Per fortuna lunedì arriva con un bellissimo cielo azzurro: finalmente sole, finalmente energia elettrica a costo zero! Ora il sistema fotovoltaico può spingere in su i valori delle batterie e noi possiamo accendere le luci senza paura di rimanere senz’acqua!

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