Si
continua a lavorare per Brenda facendo un po' di tutto, ma sempre con grande
soddisfazione. Si progetta e si pensa al futuro anche se le idee sono ancora
poco chiare e i fondi troppo pochi. Ma comunque si pensa al futuro, il che è
fantastico, soprattutto se penso che sei mesi fa ero in totale paralisi dovuta
allo sconforto di mandare cv senza ricevere alcuna risposta... e senza nemmeno
l'illusione di poterne ricevere una!
Ora ho
il tempo libero, ben distinto dal tempo in cui lavoro e così diverso dal tempo
forzosamente inoccupato che ha caratterizzato fin troppe giornate, settimane,
mesi...
Prepotentemente,
arrogantemente, ma soprattutto, improvvisamente l'inverno ha fatto capolino a
Melbourne. Più che di capolino sarebbe meglio parlare di una vera e propria
testata o di un paio di schiaffi in faccia ben assestati dato che la mattina il
venticello ti accarezza coi suoi appena sei gradi centigradi senza curarsi del
fatto che la sera prima ti aveva lasciato andare a dormire con una
dignitosissima temperatura di ventiquattro ventisei gradi. Le mezze stagioni,
queste sconosciute, ricordo lontano d'altri tempi e d'altri luoghi. Eppure
anche la più fredda mattina, se accuratamente assolata riserva delle sorprese.
Codesto sabato si presentò alla nostra finestra con frigido clima ma d'assolato
aspetto con nuvolette di passaggio, inducendoci a desiderare ardentemente
l'appratamento in uno dei tanti parchi melbourniani con correlato picnic. Messo
il naso fuori, ci eravamo convinti che la combinazione maglietta + pile +
giacchetto sarebbe stata sufficiente per tenerci al caldo. Usciti di casa e
giunti all'agognato parchetto, scelto un posto, finalmente il sole si affaccia
da dietro un cumulonembo. In una manciata di secondi la temperatura passa da 10
a dumila gradi, costringendoci a repentino spogliarello. Togli il giacchetto,
togli il pile, tira fuori il pane dallo zaino; tempo di prendere anche i
peperoni ripassati in padella ed ecco che il sole inizia a bruciare sulla
pelle, sprovvisti come siamo dell'indispensabilissimo stratino di ozono. Ecco
che tiro fuori anche il formaggio e passa un'infingarda nuvoletta. Si gela. Di
botto. Rimettiti il pile, tira fuori le melanzane, la nuvoletta passa
permettendo al sole di fustigarci impietosamente. Subitanea evaporazione. Togli
di corsa il pile, prendi l'arrosto di tacchino e inizia l'assemblaggio del
paniname.
Altra
nuvoletta...
C'è un
fatto positivo riguardo il sole non filtrato/semicancerogeno/radioattivo:
quando passa, la pelle se lo ricorda bene per cui, dopo un'esposizione di una
quindicina di minuti, l'epidermide continua ad autogenerare calore per un tempo
pari o superiore a quello d'esposizione. Questo fatto è di non trascurabile
importanza in un paese dai così violenti e repentini cambi di temperatura ed è
forse questo il motivo per cui la maggioranza degli australiani va a spasso in
maglietta anche con sei gradi, purché vi sia una buona probabilità di
incontrare un po' di sole in giornata!
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