lunedì 29 aprile 2013

BOOOOOMMMMBAAAAA ! ! ! !



Mamma mia che storia! Uno non può partecipare a un concorso in santa pace senza che gli tocchi passare le preselezioni! Cioè, con 600.000 concorrenti uno mica si aspetta di essere tra i 150 fortunati che potranno continuare la gara per i sei posti di lavoro più ambiti del mondo, no?

E invece è successo. Ho postato un video di 30 secondi in cui mi presentavo nel modo migliore possibile e mi hanno selezionato, insieme ad altri 25, per continuare le selezioni per quell’unico posto disponibile di “Wildlife Caretaker”!

Le mie mansioni per il lavoro?
-  Gironzolare per il Parco Nazionale dell’isola dei canguri, assistendo i guardiaparco nelle mansioni ordinarie;
-      Osservare e documentare quello che fanno i ricercatori
-      Andare in giro per il South Australia sperimentando nuovi itinerari
-      Divulgare tutto quello che vivo con tutti i mezzi a mia disposizione!

Quasi non sembra un lavoro, anzi, sembra più una vacanza (ma della durata di sei mesi!), ma sicuramente molto impegnativa!

Ma ora viene il bello: dei 25 selezionati ne rimarranno solo 3 per il colloquio finale, e saranno scelti solo quelli che saranno riusciti a dimostrare alla commissione di essere degli “influencer”, ovvero delle persone capaci di essere presenti sui media vecchi e nuovi, e per questo motivo ho creato questa pagina di Facebook:

In questa pagina raccolgo tutti i “Mi piace” della gente che mi vuole spingere in finale, in modo che la commissione possa vedere che dall’Italia c’è un buon supporto alla mia posizione!
L’obiettivo è di arrivare a mezzo milione di “mi piace”. Vi sembra troppo? Beh, lo è! Ma ho capito che bisogna pensare veramente in grande per ottenere almeno la metà!
Da solo non ce la potrei mai fare, ma col vostro aiuto l’impresa diventa possibile!

Contattate amici, parenti, anche nemici se ci riuscite, e fategli cliccare il tasto “mi piace” della pagina! E ditegli di fare lo stesso! 

Non è compromettente, non costa niente e l’impresa durerà pochissimo, infatti abbiamo solo fino all’8 maggio per far crescere spropositatamente il numero di “mi piace” della pagina!

E, sempre entro l’8 devo riuscire a comparire in quanti più media possibili!

Ma non basterà questo per vincere: dovrò anche ottenere il supporto (la raccomandazione), di una persona “eccellente”, ovvero di una persona o del cinema, o della televisione, o una star del web o dello sport, di un ministro, un politico... chiunque! Purché sia in evidenza e ben noto!
Per questo mi sto muovendo su tutti i fronti ma, se conoscete qualcuno che conosce qualcuno che conosce qualcun altro che... insomma, se avete un contatto, mandatemi un messaggio!
Dovrà solo dire che sono la persona giusta per il lavoro in questione e che supporta la mia candidatura!

E una gara favolosa, per un lavoro favoloso e, se riuscissi in qualche modo ad accaparrarmi quell’unico posto, porterebbe a una svolta radicale alla mia esistenza!

Io sto già sognando, sono quattro giorni che i miei piedi sono ovunque meno che per terra! Aiutatemi per questa impresa memorabile!
Spargete la voce!!!

Molto probabilmente da oggi in poi i post sul Recatantaro saranno più frequenti, perché vi terrò informati di ogni novità!

Un abbraccio a tutti!

lunedì 22 aprile 2013

L'inverno all'improvviso (e repentini cambi termici)



Si continua a lavorare per Brenda facendo un po' di tutto, ma sempre con grande soddisfazione. Si progetta e si pensa al futuro anche se le idee sono ancora poco chiare e i fondi troppo pochi. Ma comunque si pensa al futuro, il che è fantastico, soprattutto se penso che sei mesi fa ero in totale paralisi dovuta allo sconforto di mandare cv senza ricevere alcuna risposta... e senza nemmeno l'illusione di poterne ricevere una!
Ora ho il tempo libero, ben distinto dal tempo in cui lavoro e così diverso dal tempo forzosamente inoccupato che ha caratterizzato fin troppe giornate, settimane, mesi... 

Prepotentemente, arrogantemente, ma soprattutto, improvvisamente l'inverno ha fatto capolino a Melbourne. Più che di capolino sarebbe meglio parlare di una vera e propria testata o di un paio di schiaffi in faccia ben assestati dato che la mattina il venticello ti accarezza coi suoi appena sei gradi centigradi senza curarsi del fatto che la sera prima ti aveva lasciato andare a dormire con una dignitosissima temperatura di ventiquattro ventisei gradi. Le mezze stagioni, queste sconosciute, ricordo lontano d'altri tempi e d'altri luoghi. Eppure anche la più fredda mattina, se accuratamente assolata riserva delle sorprese. Codesto sabato si presentò alla nostra finestra con frigido clima ma d'assolato aspetto con nuvolette di passaggio, inducendoci a desiderare ardentemente l'appratamento in uno dei tanti parchi melbourniani con correlato picnic. Messo il naso fuori, ci eravamo convinti che la combinazione maglietta + pile + giacchetto sarebbe stata sufficiente per tenerci al caldo. Usciti di casa e giunti all'agognato parchetto, scelto un posto, finalmente il sole si affaccia da dietro un cumulonembo. In una manciata di secondi la temperatura passa da 10 a dumila gradi, costringendoci a repentino spogliarello. Togli il giacchetto, togli il pile, tira fuori il pane dallo zaino; tempo di prendere anche i peperoni ripassati in padella ed ecco che il sole inizia a bruciare sulla pelle, sprovvisti come siamo dell'indispensabilissimo stratino di ozono. Ecco che tiro fuori anche il formaggio e passa un'infingarda nuvoletta. Si gela. Di botto. Rimettiti il pile, tira fuori le melanzane, la nuvoletta passa permettendo al sole di fustigarci impietosamente. Subitanea evaporazione. Togli di corsa il pile, prendi l'arrosto di tacchino e inizia l'assemblaggio del paniname.

Altra nuvoletta...

C'è un fatto positivo riguardo il sole non filtrato/semicancerogeno/radioattivo: quando passa, la pelle se lo ricorda bene per cui, dopo un'esposizione di una quindicina di minuti, l'epidermide continua ad autogenerare calore per un tempo pari o superiore a quello d'esposizione. Questo fatto è di non trascurabile importanza in un paese dai così violenti e repentini cambi di temperatura ed è forse questo il motivo per cui la maggioranza degli australiani va a spasso in maglietta anche con sei gradi, purché vi sia una buona probabilità di incontrare un po' di sole in giornata! 


lunedì 15 aprile 2013

Ciò che appaga (e paga)



Contro ogni possibilità di previsione, stiamo ancora lavorando per Brenda.

Si fida talmente tanto che ci lascia casa e se ne va a fare le sue faccende.
Addirittura l’altro giorno mi ha dato la sua carta bancomat col codice e mi ha detto di ritirare i soldi che ci doveva per i lavori fatti... oggi invece ci ha direttamente lasciato le chiavi di casa, visto che non ci poteva essere la mattina.

Insomma, un bel rapporto di lavoro e fiducia, nato del tutto inaspettatamente e, si potrebbe dire, per caso, come abbiamo già visto nei post precedenti.
Mi ero dimenticato di dirvi che il primo giorno di lavoro c'era anche un ragazzo belga assieme ad Amélie e me. Convinto che sarebbe stato preso per altri giorni, il ragazzo aveva fatto un lavoro di pittura impreciso e incompleto mentre Amélie, per suo proprio gusto di portare a termine il lavoro nella maniera più presentabile possibile, si era prodigata a passare più mani di vernice in meno tempo, con uno splendido risultato finale. Per questo motivo, per non essersi impegnato al meglio fin da subito, il belga s'è perso non una ma moltissime giornate di lavoro onesto e puntualmente retribuito!

Mi fa parecchio riflettere la situazione in cui mi trovo: ho studiato per anni archeologia dando il meglio di me con ottimi risultati ma, una volta finiti gli studi, non ho trovato niente di affine e neanche di lontanamente correlato. Non ho guadagnato un solo centesimo con quello che ho studiato, mentre oggi sto guadagnando grazie a quello che non ho studiato. Sto parlando di tutta quella serie di abilità che ho imparato guardando mio padre lavorare, tutte le volte che gli sono stato accanto mentre progettava e costruiva un mobile o mentre rifaceva un muro o metteva l’intonaco o vangava la terra o cercava di aggiustare qualcosa... tutto quello che so fare oggi e che mi sta letteralmente dando da mangiare, lo devo interamente a mio padre e non al sistema scolastico. E non pensiate che mia madre sia da meno: capisco qualcosa di giardinaggio grazie a lei ed è sempre grazie a lei che so stare senza problemi tra i fornelli...
E Amélie è perfettamente in grado di svolgere i lavori che stiamo facendo perché ha avuto la mia stessa fortuna: avere dei genitori capaci.

Non so cosa sarà del mio futuro o dei miei “gloriosi” titoli di studio. Chissà, forse un giorno mi troverò nella posizione di utilizzarli; per ora quello che so è che ciò che sto facendo mi dà soddisfazione e arrivo a sera stanco ma felice! Finalmente con i soldi che stanno entrando possiamo permetterci di fare qualche progetto e possiamo toglierci qualche sfizio!

In ogni caso presto dovremo cambiare aria: per ottenere (eventualmente) il secondo Working Holiday Visa bisogna lavorare per 88 giorni in area rurale/regionale, che tradotto significa mungere la mucca o raccogliere la lattughina e lavori affini, ma significa anche possibili incontri con i tutt’altro che innocui insetti locali e con la tutt’altro che comprensibile popolazione rurale. Proprio oggi ho fatto ripetere per ben quattro volte a un australiano DOP la sua frase, che era un semplice “dov’è il contatore della corrente elettrica”, perché non riuscivo a tramutare in parola di senso compiuto nemmeno uno solo dei suoi versi...

lunedì 8 aprile 2013

Settimana bianca (e marroncina)



Divano, televisione, tisana rilassante, portatile. No, così non funziona. Non riesco a concentrarmi abbastanza per scrivere! Questa volta mi sono ridotto all’ultimo momento per scrivere il post e la stanchezza complica le cose...
Ok, lasciamo perdere la TV e mettiamo un po’ di musica...
Ah, molto meglio!

Ricordate quello che era successo la volta scorsa? Stavamo lavorando per una signora tra steccati da pitturare e giardini da sistemare. Beh, abbiamo colpito nel segno! La signora in questione, Brenda, è stata così soddisfatta del nostro lavoro che ha deciso di chiamarci molte altre volte! Avendo due proprietà e dovendole gestire da sola, negli anni si sono accumulati tantissimi lavoretti più o meno impegnativi e ora ha trovato le persone giuste al prezzo giusto.

Mentre Amélie si arrampica sulla scala per stuccare crepe e ridipingere parti del soffitto io mi do alla scartavetratura feroce di una porta; intanto Amélie passa a sistemare altre cose e io ancora che scartavetro con passione l’antico legno; Ame passa a scartavetrare le scale in legno e io, finalmente, ho finito di scartavetrare e sto spennellando l’impregnate su codesto uscio, affatto piccino: quattro ante, in principio ricoperte dell’efficacissimo quanto difficilissimo da levare olio bollito di semi di lino. Dopo trent’anni siffatto olietto è praticamente gomma e la carta vetrata si intasa che è un piacere! Tanta pazienza e commisurate ore hanno rimosso (con parecchio olio di gomito, olio minerale della smerigliatrice e dovuta corrente elettrica) definitivamente lo strato gommoso.

Amélie bianca per le scartavetrature d’intonaco, io marroncino per la polvere di legno, ci cucchiamo le decine di complimenti che Brenda ci fa di continuo! Non contenta di complimentarsi di persona, domenica ho addirittura ricevuto un suo messaggio in cui si complimentava per il lavoro di Ame, e proprio adesso ne ho ricevuto un altro in cui si complimenta del mio!

È bellissimo lavorare per qualcuno che apprezza lo sforzo, l’impegno, il senso estetico e la precisione. Onesta, puntuale ci paga alla fine di ogni giorno e la sera ci organizziamo per la giornata successiva. Sta parlando di noi con le amiche e proprio oggi una sua vicina è venuta a trovarla per parlare con noi! Altro lavoro!
Non contenta, ci offre sempre il pranzo e oggi ci voleva offrire anche un soft drink; di fronte al nostro rifiuto per mancanza di tempo (dovevamo ancora cucinare la cena ed eravamo entrambi stanchi morti), non è riuscita a trattenersi dal comprarci dei cioccolatini (pallette di cioccolata con la noce di macadamia in centro... una vera delizia!) in un negozietto vicino casa sua.

Brenda è la parte amichevole dell’Australia: ama la cultura, ama il bello, ama l’Italia, ha viaggiato tantissimo e questo traspare dagli argomenti di conversazione, che sono incredibilmente vari e colti. È un piacere chiacchierare con lei mentre si lavora, e si vede benissimo che il piacere è corrisposto.

Guadagnare qualche soldino ci aiuta a distenderci un po’, così sabato ci siamo regalati un’intera giornata nel giardino botanico di Melbourne, il Royal Botanic Garden, istituito a metà del 17° secolo, grande quanto metà del CBD (Central Business District, il cuore pulsante della città). Alberi plurisecolari, piante provenienti da ogni parte del mondo, la sfida dei botanici di ricreare ambienti incredibilmente dissimili da quelli locali... sfida decisamente vinta, dato che sono riusciti a far prosperare dalle piante desertiche a quelle delle foreste pluviali! Sufficientemente lontano dalle strade, si respira un’aria diversa, fresca dei profumi della natura, e si riesce ad assaporare un po’ di pace e tranquillità.
Poi di nuovo nella città, per festeggiare i nostri primi guadagni insieme! Come sempre, il cinese è la risposta giusta, solo che stavolta abbiamo preso qualcosa di non meglio definibile che ci ha letteralmente ribaltato: la sera ci guardavamo entrambi con faccia da sgombro a causa della complessa digestione!
Paese che vai, cinese che trovi... bleah.