Uno starnuto, un altro, un altro
ancora. Gli occhi acquosi socchiusi, bocca lievemente aperta e narici
spalancate in attesa del quarto che si fa desiderare, lasciandomi con questa
faccia per buoni trenta secondi. Poi arriva con veemenza, il quarto starnuto, regalandomi
il tempo per correre verso il pacco di fazzoletti.
Maledetto clima di Melbourne.
Come minimo detestabile. No. Decisamente odioso. Ha fatto una settimana di fila a trentacinque
gradi, scendendo appena un pochettino di notte ma non abbastanza da permettere
sonni tranquilli. Per disperazione ho tenuto il ventilatore acceso per due
notti di fila, puntato sul letto, ed ecco il risultato: raffreddore. A dare il
colpo di grazia un vertiginoso calo delle temperature avvenuto, come al solito,
nel giro di un paio d’ore.
Lamentandomi col cuginame
dell’orrido clima, s’è creata occasione d’esser informati d’altre stranezze:
-
il presente anno è stato il più caldo
dall’inizio delle misurazioni meteorologiche, e questa era cosa ben nota ai
più, dato che non hanno smesso di parlarne ai telegiornali italiani (come se
non avessero di meglio da dire);
-
ogni tanto grandina, ma non la piccola e
simpatica grandinina che dalle nostre parti rovina i raccolti... no, sarebbe
cosa normale. Qui grandina palline da golf. Non sempre, per carità, ma ogni
tanto capita. E quando capita l’ombrello non basta. Infatti tra gli sventurati
che ne hanno avuto esperienza diretta si annoverano alcuni conoscenti: c’è chi
ha dovuto scafare nuovamente la sua imbarcazione, resa un assai scomodo
colabrodo, e chi ne ha approfittato per comprarsi la macchina nuova, ripagata
grazie al cielo dall’assicurazione, perché i danni di carrozzeria erano maggiori
del costo del veicolo intero;
-
le precipitazioni atmosferiche sono a macchia di
leopardo (non ditelo a Bersani). Durante una delle suddette grandinate sono
state colpite solo alcune zone, peraltro nemmeno vaste, mentre in altre nemmeno
pioveva. Quando si dice “sfiga”...
Beh, buono a sapersi! Se inizierà
a grandinare mi rifugerò sotto un camion, sperando che regga!
Nonostante il raffreddore, ho
motivo di festeggiare: domani inizio a lavorare, con contratto di tre mesi!
Non come archeologo, no. La via
dell’archeologo al momento non pare praticabile. Anche se ho ricevuto timidi
segnali di incoraggiamento dai curricula inviati, siamo ancora ben lungi da una
possibilità vera e propria di campare con quello che ho studiato. Come
suggeriscono molte sagge persone incontrate sul mio cammino, l’università non
ti da il lavoro, ti da solo la forma mentale per lavorare. Vero soprattutto con
lauree tipo filosofia, storia, lettere e... archeologia, lauree che hanno una
ricaduta occupazionale parecchio bassa.
Non sapevo più dove saltare!
Desideravo tanto avere un lavoro e finalmente dopo un mese d’inattività sono di
nuovo in campo, e con prospettive decisamente migliori di quelle da lavapiatti!
Sì perché essendo un’azienda giovane in espansione, stanno cercando personale
per crescere! Speriamo per il meglio, io intanto ce la metterò tutta per
mostrare le mie capacità!
Nel mentre ho avuto una news
interessante: vi ricordate Sunny, il cuoco? Beh, ora è tassista a tempo pieno e
si è liberato della sua prigione di fornelli! Chissà ora Franco come se la
caverà! A quanto pare se ci si comporta male, prima o poi il male torna al
mittente (con gli interessi). Un motivo in più per essere sempre corretti, con
tutti.
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