lunedì 18 marzo 2013

Tra starnuti e palline da golf



Uno starnuto, un altro, un altro ancora. Gli occhi acquosi socchiusi, bocca lievemente aperta e narici spalancate in attesa del quarto che si fa desiderare, lasciandomi con questa faccia per buoni trenta secondi. Poi arriva con veemenza, il quarto starnuto, regalandomi il tempo per correre verso il pacco di fazzoletti.
Maledetto clima di Melbourne. Come minimo detestabile. No. Decisamente odioso.  Ha fatto una settimana di fila a trentacinque gradi, scendendo appena un pochettino di notte ma non abbastanza da permettere sonni tranquilli. Per disperazione ho tenuto il ventilatore acceso per due notti di fila, puntato sul letto, ed ecco il risultato: raffreddore. A dare il colpo di grazia un vertiginoso calo delle temperature avvenuto, come al solito, nel giro di un paio d’ore.

Lamentandomi col cuginame dell’orrido clima, s’è creata occasione d’esser informati d’altre stranezze: 

-          il presente anno è stato il più caldo dall’inizio delle misurazioni meteorologiche, e questa era cosa ben nota ai più, dato che non hanno smesso di parlarne ai telegiornali italiani (come se non avessero di meglio da dire);
-          ogni tanto grandina, ma non la piccola e simpatica grandinina che dalle nostre parti rovina i raccolti... no, sarebbe cosa normale. Qui grandina palline da golf. Non sempre, per carità, ma ogni tanto capita. E quando capita l’ombrello non basta. Infatti tra gli sventurati che ne hanno avuto esperienza diretta si annoverano alcuni conoscenti: c’è chi ha dovuto scafare nuovamente la sua imbarcazione, resa un assai scomodo colabrodo, e chi ne ha approfittato per comprarsi la macchina nuova, ripagata grazie al cielo dall’assicurazione, perché i danni di carrozzeria erano maggiori del costo del veicolo intero;
-          le precipitazioni atmosferiche sono a macchia di leopardo (non ditelo a Bersani). Durante una delle suddette grandinate sono state colpite solo alcune zone, peraltro nemmeno vaste, mentre in altre nemmeno pioveva. Quando si dice “sfiga”...

Beh, buono a sapersi! Se inizierà a grandinare mi rifugerò sotto un camion, sperando che regga!

Nonostante il raffreddore, ho motivo di festeggiare: domani inizio a lavorare, con contratto di tre mesi!
Non come archeologo, no. La via dell’archeologo al momento non pare praticabile. Anche se ho ricevuto timidi segnali di incoraggiamento dai curricula inviati, siamo ancora ben lungi da una possibilità vera e propria di campare con quello che ho studiato. Come suggeriscono molte sagge persone incontrate sul mio cammino, l’università non ti da il lavoro, ti da solo la forma mentale per lavorare. Vero soprattutto con lauree tipo filosofia, storia, lettere e... archeologia, lauree che hanno una ricaduta occupazionale parecchio bassa. 

Insomma, dopo l’esperienza del porta a porta a lasciare di casa in casa quelle inutili prese “salva energia”, sono rimasto col buon ricordo del contatto umano, fatto che mi ha aperto decisamente nuove prospettive. Mentre Amélie cercava lavoro ha trovato un annuncio che a prima vista sembrava la solita fregatura: “Cerchiamo giovani appassionati e volenterosi per raggiungere donatori che possano supportare le cause proposte dalle organizzazioni umanitarie che rappresentiamo, offriamo fisso settimanale più commissioni”, fundraisers insomma. Per nulla intenzionato a proseguire nella lettura ho continuato quello che facevo, mentre Ame aveva deciso che valeva la pena informarsi meglio. La sua ricerca ha prodotto risultati insperati, rivelando un’azienda giovane, in crescita, etica e onesta. Decidiamo entrambi di provare, tanto nella peggiore delle ipotesi si rifiuta il lavoro. Durante il colloquio ci vengono esposte le condizioni, gli orari, il compenso (circa 700 AU$ a settimana più commissioni), la modalità di lavoro (con un banchetto agli angoli delle strade), le cause proposte, le aziende rappresentate... inoltre è un colloquio di gruppo ad esclusione: a ogni tappa vengono fatti uscire quelli che non sono ritenuti adatti. Partiamo in dodici, arriviamo alla fine in cinque. Ci viene detto che saremo stati contattati il giorno seguente, se fossimo stati scelti. Io sono stato contattato, Ame purtroppo no. In realtà sono rimasto piuttosto sorpreso di essere stato preso! Talmente sorpreso che ho chiesto alla segretaria: “ma, quindi, sono stato assunto?” – “sì, benvenuto a bordo! Assicurati di portare il necessario per firmare il contratto lunedì!”... 

Non sapevo più dove saltare! Desideravo tanto avere un lavoro e finalmente dopo un mese d’inattività sono di nuovo in campo, e con prospettive decisamente migliori di quelle da lavapiatti! Sì perché essendo un’azienda giovane in espansione, stanno cercando personale per crescere! Speriamo per il meglio, io intanto ce la metterò tutta per mostrare le mie capacità!

Nel mentre ho avuto una news interessante: vi ricordate Sunny, il cuoco? Beh, ora è tassista a tempo pieno e si è liberato della sua prigione di fornelli! Chissà ora Franco come se la caverà! A quanto pare se ci si comporta male, prima o poi il male torna al mittente (con gli interessi). Un motivo in più per essere sempre corretti, con tutti.

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