Si
continua a lavar piatti in quel di Melbourne: anche se le mani chiedono pietà,
paga. E ammetto che ci trovo del divertimento. Non nel lavar piatti, ma nella
compagnia del nuovo cuoco: Sunny. La settimana scorsa il cuoco di origini
calabresi è stato malamente licenziato, con corredo di bestemmie e parolacce da
parte di Franco, perché non faceva le cose esattamente come piacevano al boss.
Io ho assaggiato quello che faceva Pasquale, ed era buono, parecchio buono! Ma
Franco ha deciso che non gli andava. Per immensa fortuna del sopracitato, Sunny
è tornato dalla sua festa di fidanzamento in India. Magro come un chiodo, poco
più alto di me, sempre sorridente e cordiale, fa tutto il suo dovere a velocità
supersonica e trova anche il tempo per aiutare gli altri... Uno spettacolo.
Passano i giorni e si inizia a parlare: ha 26 anni, laureato in ingegneria
contro voglia, ma era il suo passaporto per andarsene dall'India; finito in
cucina perché non sapeva cosa fare, diventato chef di cucina italiana per caso,
con risultati impressionanti. A lui non piace la cucina italiana. Preferisce
quella di casa sua, ovviamente. Non ha mai mangiato un piatto di pasta, ma dovreste
sentire cosa è capace di cucinare! Fa della roba favolosa!
In
realtà a lui non piace nemmeno cucinare... Semplicemente, non sa cosa fare
della sua vita. Fa il cuoco mentre aspetta di avere un colpo di genio.
Mi sono
rispecchiato in lui.
Come me non vuole sopravvivere: vuole vivere.
Ma la
differenza tra le due è indubbiamente nel lavoro che si sceglie: sulle 24 ore,
ne passiamo 8 a dormire, 8 a lavorare, 1-3 in spostamenti, un'oretta a mangiare
e il resto del tempo sminuzzato in mille altre attività, alcune molto piacevoli
altre molto meno. Ovviamente saranno le 8 ore lavorative a fare la differenza
sulla qualità della propria vita. Tocca lavorare, è una necessità, è una
trappola che non si può evitare... E se proprio bisogna entrare in una
trappola, tanto vale sceglierne una in cui si sta veramente comodi.
Nella
conversazione si inserisce presto anche l'aiuto cuoca: Natasha. Lei è del Sud
Africa, occhi verdi, carnagione chiara, decisamente di origini europee. Come Sunny
è in Australia da cinque anni, e come lui è infelice. Si ammazza letteralmente
di lavoro per non pensare. A cosa, vi chiederete... Al fatto di stare in un
posto così lontano da casa sua, dai suoi amici, da suo padre, dai luoghi che
conosce e che ama. Stessa cosa per Sunny. Lavora col sorriso mentre muore
dentro. Arriva a casa, si chiude in camera e non fa nient'altro per la rabbia
che ha dentro. Cerca da cinque anni una soluzione per lui e la sua fidanzata ma
non la trova. E non ci dorme nemmeno di notte.
Due anni
che lavoravano insieme e non si erano mai parlati. Ci voleva un italiano, con
la sua spontaneità, a metterli in comunicazione e fargli capire quanto piccola
sia la distanza tra immigrati (questo siamo) di località così distanti.
Franco entra, tira due parolacce e una bestemmia al fatto che non c'è nessuno mentre
noi facciamo finta di lavorare: io lucido per l'undicesima volta il lavandino,
Sunny aggiusta il fuoco sotto le padelle e guarda con falsa attenzione la
friggitrice, Natasha allinea i taglieri e pulisce i coltelli... Franco esce
perché fa troppo caldo in cucina, la conversazione ricomincia.
Ci scopriamo non più anonimi colleghi di una cucina, ma ragazzi e ragazze con
sogni comuni, sofferenze, speranze.
All'improvviso
mi pare di avere un'illuminazione...
Poi ho scoperto che era una lucciola.
Mi spiego: la
geniale idea era di unire le nostre risorse per creare un'agenzia viaggi che
dall'Australia direzionasse i turisti verso Europa, Sud Africa e India. Idea
ambiziosa, e apparentemente senza esosi costi iniziali. In cucina iniziammo
così a fantasticare sulle mille opportunità... Sunny aveva una luce negli occhi
che non gli avevo ancora visto, stessa cosa Natasha. Decisi così di parlarne
con mia cugina, Laura, ormai da vent'anni nel mondo del turismo.
Inutile
dirvi quanto sia stato pesante lo scontro con la realtà: le possibilità di
successo nel settore sono infinitesimali, in quanto per una piccola agenzia è
impossibile spuntare dei buoni prezzi sui biglietti aerei. Le grosse compagnie
ne comprano migliaia a prezzi ridicoli, e grazie a questo possono offrire
viaggi corposi a un prezzo ridotto. Impossibile competere coi colossi. Lei ha
anche un'agenzia, ma per il settore corporate e business, e nonostante
l'esperienza e l'abilità le sta andando veramente poco bene.
Con Sunny
e Natasha ci eravamo dati appuntamento per oggi, lunedì, per parlare bene del
progetto. Ma gli ho dovuto scrivere la verità, per messaggio. Domani dovrò
incontrare di nuovo i loro sguardi, dovrò dare spiegazioni, dovrò assistere
alla delusione di chi come me, per un istante, ci aveva creduto. Non sarà
facile. E mi fa male il solo pensarci.
Oggi
intanto sono andato con Amélie a spargere curricula in città. In due è più
facile, ci si fa forza quando prende la timidezza, ci si motiva a vicenda nel
momento dell'abbattimento, gli ostacoli diventano più piccoli pensando agli
obiettivi.
Adesso
va meglio, molto meglio di prima...
Ah!
Nel mentre c'è stato anche il Capodanno Cinese! Amélie e io siamo
capitati letteralmente in mezzo alla processione del drago dentro
Chinatown! Entusiasmante! Così abbiamo deciso che almeno una volta nella
vita dovremo andarlo a vedere in Cina, dove sicuramente le celebrazioni
saranno senza paragoni!
Memento vivere semper. Vi auguro tutto il bene del mondo! =)
RispondiEliminaNì
Grazie mille Nì! :D
RispondiEliminaA proposito, se vuoi gemelliamo i nostri blog! Ti va?
Il big bang che diventa lucciola: ne so qualcosa!!! bel blog, mi ritrovo in molte cose (tra l'altro anch'io sto a Melbourne-anche se ancora per poco)...non bisogna arrendersi, l'illuminazione vera arriverà prima o poi :)
RispondiEliminaStavo leggendo il tuo blog! Molto carino! Effettivamente abbiamo diversi punti di contatto, e fa piacere leggere esperienze di chi semplicemente ha fatto i bagagli! ho visto che presto andrai in Nepal! grande meta! io spero di poter andare presto in Tibet... magari lì l'illuminazione viene meglio! ;)
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