martedì 5 febbraio 2013

Lava-lava-lava


Svaglia alle 5:50; caffè, tè, fetta di pane imburrata. Doccia. I primo neurone si è connesso e sta lanciando improperi per far svegliare gli altri. Il neurone relativo al controllo del tempo si accorge solo in questo momento che mancano solo 5 minuti. Se non mi sbrigo perderò il treno!
Corsa verso il garage, elmetto (obbligatorio nel victoria) e salto in sella della mountain bike. In 3 minuti sono in stazione e prendo il treno per un soffio: 6:49. Tanto erano fuori orario i treni nel periodo di vacanza, tanto sono puntuali ora... Cambio treno a Richmond, corri a prendere la coincidenza. Alle 7.30 sono a Canterbury, salgo in sella e in 10 minuti sono vicino al ristorante. Aspetto a distanza, mando qualche messaggio e alle otto meno cinque entro.
8:00 le mie mani sono nel lavandino e ne usciranno solo alle quattro di pomeriggio.
Metodico, perfeziono ogni movimento, risparmiando tempo nelle frazioni di secondo. In capo a due giorni il metodo è perfetto, velocità ottimale. Franco ha smesso di dirmi che avrà bisogno di affiancarmi una persona di domenica. Ha capito che non mollo. Piano piano sta anche realizzando chi sono, cosa sono, mentre lancio qualche indizio qua e là. Inizia a manifestare paura di perdermi, dicendomi che in altri posti non riceverei lo stesso trattamento, che sono stato fortunato, che sono capitato benissimo... Mi dice anche che l'aumento arriverà.
Ma per ora mi paga solo 15 A$ l'ora.
La rapidità dei movimenti, l'intensa vibrazione inferta al mio corpo mentre scrosto ad alta velocità le padelle e le teglie, la continua torsione per caricare e scaricare la lavastoviglie stanno modellando il mio corpo: in una sola settimana già si definiscono i quattro addominali alti e si notano cambiamenti su pettorali e braccia. La bicicletta mattutina fa il resto sulle gambe. Chi ne soffre è la schiena, ma se ne dovrà fare una ragione. Il vero problema sono le mani: stanno valutando l'alternativa evolutiva di mettere squame e branchie. Per il momento l'unica mutazione efficace è la squamatura. Perdo pelle, troppo ammorbidita con l'acqua e il sapone, che se ne va come niente ogni volta che urto o striscio contro qualcosa, anche contro le mie stesse unghie.
Domenica è un inferno: si riempie quasi al massimo delle sue possibilità, riversando un fiume di ordini sulla cucina, quindi una valanga di piatti, pentole, padelle, posate e bicchieri su di me. Vado a velocità pazzesca per tenere il passo e ci riesco fino alle due e mezza di pomeriggio, poi mi tiro un unghiata nel pollice e inizio a sanguinare. Mi avvolgo uno scottex sul pollice mentre asciugo e lo tolgo mentre lavo. Non si rimargina, costringendomi a rallentare il passo. Per fortuna il picco di ordini è finito, ho vinto comunque la battaglia, anche se ferito.
Finisco con mezz'ora di ritardo. E nemmeno vengo pagato doppio, come invece vorrebbe la legge per il lavoro in giorno festivo... Rosico, ma martedì prenderò comunque i miei 705 dollari! Torno a casa con la forza sufficiente a srotolarmi sul letto a pelle d'orso. Intanto Amélie sta prendendo l'aereo: in poco più di 24 ore sarà da me; un'attesa di settantuno giorni giunge finalmente al termine!!!
Ora inizia la vera sfida.
Raddoppiano gli interrogativi, raddoppiano le opportunità. La posta in gioco è molto più alta, il premio è più succulento: riuscire a vivere insieme, con le nostre forze, in un paese straniero.
Iniziano i giochi!

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