Non è tutto oro quello che luccica, dicevano gli antichi,
allo stesso modo un viaggio verso la speranza non è tutta gioia. Anzi, è la
speranza che ti tiene a galla nei momenti bui del viaggio.
E questo per me è un momento buio a sufficienza. Ho fatto
male i calcoli e ora ne pago le conseguenze: mi avevano detto che era facile
trovare lavoro, ed è vero, molto più facile che in Italia. Ma mi avevano anche
detto che dicembre e gennaio erano i mesi morti, quelli di vacanza...
soprattutto dicembre. Io, stupidamente ottimista, mi sono detto “ma sì, che
sarà mai. Anche in Italia per l’estate si rallenta un po’, ma mica si ferma
tutto!”... e invece qui si ferma tutto sul serio. Ho passato un mese a spargere
curricula per niente, perché tanto nessuno era nella modalità “assumiamo”.
Così, dopo un mesetto, mi trovo con l’entusiasmo un po’ a
terra e, come una macchina con le ruote bucate, avanzo lento sulla corsia
d’emergenza sperando che ci sia un’area di servizio subito dopo la curva.
Mi basterebbe poco: un lavoro, anche part-time. Solo che non
so in che ambito...
Nel mentre i cugini mi viziano, portandomi a spasso e
facendomi conoscere l’aspetto più bello di questo enorme isolone: la natura. Così,
giovedì e venerdì, sono andato in spiaggia.
Orbene, codesta spiaggia trovasi
situata in una placida baia, posto tranquillissimo in cui l’apparizione di
squali è cosa assai rara per il seguente motivo: di fronte c’è la ben nota Phillip
Island, isola su cui approdano i pinguini. Accanto c’è l’isola delle foche, che
si nutrono dei teneri pinguini. Di fronte l’isola delle morbide foche, l’oceano
è infestato dagli squali, ghiotti di foche troppo impegnate nella caccia al
pinguino e quindi incuranti del pericolo. Proprio in quelle acque si aggirano i
pescherecci, che tirano su gli sprovveduti squali per consegnarli a tutti i
fish & chips presenti su questo lato di costa, dove si può comprare per
pochi dollari il filetto di squalo fritto.
Insomma, a un paio di chilometri dalla spiaggia in cui mi
stavo sollazzando, sguazzando come un bambino nell’acqua troppo fredda per i
miei gusti ma “un brodino” per la gente del posto, si stavano perpetrando i più
efferati pinguinicidi, fochicidi e squalicidi in nome e per l’ottemperamento
della legge di sopravvivenza, in cui non è che sopravviva il più forte, ma
viene mangiato il più distratto.
Nella mia testa riecheggia la musica del Re Leone, mentre
penso a Simba innalzato da Rafiki e al cerchio della vita...
La sera scorre tranquilla, tra un barbecue, chiacchiere e
risate, poi torniamo a passeggiare sulla spiaggia in notturna. Sulla strada
incontriamo alcuni opossum, ma non faccio in tempo a fotografarne nemmeno uno. La
spiaggia regala una visione romantica, con il cielo rischiarato dalle stelle... Costellazioni che non conosco, tranne Orione che da sempre guarda l’umanità su entrambi gli emisferi. Imparo a riconoscere la Croce del Sud, costellazione
che fa le veci del Carro Minore dell’emisfero boreale, che segnala ai viaggiatori notturni la direzione per l'Antartico. L’aria profuma di salsedine ed eucalipto, la brezza è lieve e si sta
bene con la sola camicia. La bassa marea ha lasciato tanta spiaggia su cui
camminare, posto per sedersi, per riflettere. Grazie al cielo ci sono i miei cugini e i loro amici... troppo riflettere mi farebbe sicuramente male.
Sorrido, ora che ripenso a quei due giorni... sono stato
benissimo. Ora invece sono qui che mi dispero, sperando che mi piova in testa
un lavoro dalle decine e decine di CV che ho mandato in giro.
Ma che mi dispero a fare? Meglio piuttosto mandare altri CV
in giro per l’Australia!
Le lacrime non hanno mai mosso i mulini ad acqua e i
sospiri non hanno mai spostato i mulini a vento.
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