mercoledì 12 dicembre 2012

Primi Passi


Melbourne mi accoglie con un clima mite, sole a sufficienza e qualche nuvola; la prima giornata scorre placidamente tra me apparentemente sveglio ma profondamente rincretinito, qualche pasto e qualche conversazione col marito di mia cugina, britannico di origine e decisamente non italian-speaking. Ho una camera, un letto, pasti gratis e qualcuno con cui parlare, ottimo! Sabato il parentaggio mi sorprende con una festa di compleanno: ho compiuto 29 anni proprio il 28 novembre, il giorno dopo che sono arrivato. Non mi aspettavo niente, se non un "auguri" qua e là, e invece mi sono ritrovato con tanto di torta di compleanno e regali! La zia poi è bravissima a cucinare e, per quanto dica che non cucina tanto, ce n'è sempre per un reggimento! Finito il banchetto Alex, uno dei miei cugini, mi propone di andare a fare un giro in centro; balzo sull'occasione, così mi porta, assieme alla sua famiglia, sullo Skydeck, palazzone di vetro e acciaio che con i suoi 80 e più piani penso si possa ascrivere alla categoria grattacielo. L'ascensore ci mette pochissimi secondi a salire, tanto che mi tocca decomprimere per evitarmi il dolore alle orecchie. La vista è mozzafiato nonostante sia una giornata nuvolosa: è l'edificio più alto di Melbourne, per cui si può osservare l'orizzonte a 360 gradi. Saliamo che è quasi il tramonto, godendoci lo spettacolo della transizione da città diurna a città notturna, con tutte le luci che si accendono per le strade e nei palazzi. Scendiamo con l'intento di mangiare un boccone, ma il pranzo della zia è ancora potente in noi, così optiamo per una passeggiata sullo Yarra, il fiume su cui si è sviluppato il centro urbano. Alle 9 parte un gioco di fiamme da delle colonne di cemento sul fiume, illuminando di giallo e rosso tutta la sponda. Mentre camminiamo dai ristoranti esce profumo di carne, per centinaia e centinaia di metri, cosa che mi fa immaginare una colossale tauromachia. Ci facciamo un giro al gran casinò, dove assistiamo alla commedia della stupidità umana: un indiano scambia mille dollari in fiches e li perde in meno di un minuto alla roulette. Idiota.
Passo la prima notte di sonno riposante, senza interruzioni. Il mio corpo e il mio cervello si sono abituati finalmente al nuovo fuso! Questo vuol dire che da lunedì potrò iniziare a cercare lavoro!  Ma mi sveglio col piede sbagliato: un sogno in cui abbandono un gruppo di persone...
Sento dentro di me un gran senso di colpa...
Il sogno si ripeterà in forma analoga, anche se con personaggi diversi, qualche giorno più in là, segno inequivocabile che nonostante la calorosa accoglienza mi mancano le persone della mia terra. Non mi facevo così umano.
Contemporaneamente il tempo inizia a peggiorare, portando le temperature sotto i 15 gradi, con un ventaccio spaventoso e sporadici piovaschi. Un tempo cane insomma. Io, tutt'altro che immune ai cambiamenti climatici, mi ritrovo senza volerlo di pessimo umore, alla ricerca di motivazione quando invece ne dovrei avere a palate. Mentre cerco di combattere con questo stato d'animo mi chiama una mia cugina acquisita, Laura, invitandomi ad anndare con lei in palestra per fare insieme una lezione di Pilates. Fantastico! Amo il Pilates! Arrivati in palestra scopro che mi ha regalato un mese d'iscrizione: posso fare quello che mi pare ed entrare quando mi pare dalle 6.30 alle 22.00! La settimana inizia a cambiare piega, come cambia piega la mia schiena, accartocciata dal fastidioso far niente da disoccupazione e raddrizzata già con la prima lezione!

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