

Melbourne mi accoglie con un clima mite, sole a sufficienza
e qualche nuvola; la prima giornata scorre placidamente tra me apparentemente
sveglio ma profondamente rincretinito, qualche pasto e qualche conversazione
col marito di mia cugina, britannico di origine e decisamente non
italian-speaking. Ho una camera, un letto, pasti gratis e qualcuno con cui
parlare, ottimo! Sabato il parentaggio mi sorprende con una festa di
compleanno: ho compiuto 29 anni proprio il 28 novembre, il giorno dopo che sono
arrivato. Non mi aspettavo niente, se non un "auguri" qua e là, e
invece mi sono ritrovato con tanto di torta di compleanno e regali! La zia poi
è bravissima a cucinare e, per quanto dica che non cucina tanto, ce n'è sempre
per un reggimento!
Finito il banchetto Alex, uno dei miei cugini, mi propone di
andare a fare un giro in centro; balzo sull'occasione, così mi porta, assieme
alla sua famiglia, sullo Skydeck, palazzone di vetro e acciaio che con i suoi
80 e più piani penso si possa ascrivere alla categoria grattacielo. L'ascensore
ci mette pochissimi secondi a salire, tanto che mi tocca decomprimere per
evitarmi il dolore alle orecchie. La vista è mozzafiato nonostante sia una
giornata nuvolosa: è l'edificio più alto di Melbourne, per cui si può osservare
l'orizzonte a 360 gradi. Saliamo che è quasi il tramonto, godendoci lo
spettacolo della transizione da città diurna a città notturna, con tutte le
luci che si accendono per le strade e nei palazzi. Scendiamo con l'intento di
mangiare un boccone, ma il pranzo della zia è ancora potente in noi, così
optiamo per una passeggiata sullo Yarra, il fiume su cui si è sviluppato il
centro urbano. Alle 9 parte un gioco di fiamme da delle colonne di cemento sul
fiume, illuminando di giallo e rosso tutta la sponda. Mentre camminiamo dai
ristoranti esce profumo di carne, per centinaia e centinaia di metri, cosa che
mi fa immaginare una colossale tauromachia. Ci facciamo un giro al gran casinò,
dove assistiamo alla commedia della stupidità umana: un indiano scambia mille
dollari in fiches e li perde in meno di un minuto alla roulette. Idiota.


Passo la prima notte di sonno riposante, senza interruzioni.
Il mio corpo e il mio cervello si sono abituati finalmente al nuovo fuso!
Questo vuol dire che da lunedì potrò iniziare a cercare lavoro!
Ma mi sveglio col piede sbagliato: un sogno
in cui abbandono un gruppo di persone...
Sento dentro di me un gran senso di colpa...
Il sogno si ripeterà in forma analoga, anche se con
personaggi diversi, qualche giorno più in là, segno inequivocabile che
nonostante la calorosa accoglienza mi mancano le persone della mia terra. Non
mi facevo così umano.
Contemporaneamente il tempo inizia a peggiorare, portando le
temperature sotto i 15 gradi, con un ventaccio spaventoso e sporadici
piovaschi. Un tempo cane insomma. Io, tutt'altro che immune ai cambiamenti
climatici, mi ritrovo senza volerlo di pessimo umore, alla ricerca di
motivazione quando invece ne dovrei avere a palate. Mentre cerco di combattere
con questo stato d'animo mi chiama una mia cugina acquisita, Laura, invitandomi
ad anndare con lei in palestra per fare insieme una lezione di Pilates.
Fantastico! Amo il Pilates! Arrivati in palestra scopro che mi ha regalato un
mese d'iscrizione: posso fare quello che mi pare ed entrare quando mi pare
dalle 6.30 alle 22.00! La settimana inizia a cambiare piega, come cambia piega
la mia schiena, accartocciata dal fastidioso far niente da disoccupazione e
raddrizzata già con la prima lezione!
Nessun commento:
Posta un commento