martedì 25 dicembre 2012

Caldo Natal

Curioso il Natale nel Down-Under. Sole, frutta di primavera, maniche corte e cappelli da Babbo Natale. Il clima che si respira però è natalizio, perché per compensare l'anomalia climatica tutti cercano di esprimere le virtù natalifere al massimo! Ecco che si vedono macchine con le corna di renna in peluche attaccate ai finestrini, alberi di natale in giardino, giardini così pieni di lucine e lucette che nemmeno un luna-park... canti di Natale in molti negozi, per le strade, sulla bocca delle persone che canticchiano mentre camminano...

Poi c'è la famiglia di qua che certamente sa come si deve festeggiare! Tra la cena della vigilia e il pranzo di oggi, ne dovrò fare parecchia di strada prima di smaltire quello che ho mangiato! Ma è bello stare insieme, parlare fino a tardi, mangiare e godere di questa vita...

E allora auguro a tutti delle ottime, ottime feste; godetevele! State con le persone che amate! Amate di più! Sorprendete chi vi sta vicino con gesti inaspettati e sbalorditevi vedendone le conseguenze... Un primo gesto gratuito d'amore può portare una valanga di conseguenze positive nella vita di tante persone, non perdete occasione di scatenare queste valanghe incontrollate!

Ci ritroviamo il prossimo anno!

venerdì 21 dicembre 2012

Persistere


Oakleigh, venerdì 21 dicembre 2012, ore 16:20. Finalmente metto sotto i denti qualcosa, dopo aver lavorato dalle 11:00 alle 15:30. Non mi aspettavo di lavorare; ero entrato nel supermercato per chiedere al manager il motivo per cui non mi aveva più chiamato, dopo avermi assicurato che voleva prendermi, e semplicemente mi ha detto: "Sei libero ora? OK, metti la tua roba nell'armadietto e aiuta a riempire gli scaffali". Per un'ora sono rimasto con le mani nel reparto surgelati, fino a non sentirmi più le dita, poi a sistemare il resto nel reparto frigo, infine succhi di frutta e altra roba in reparti più caldi e vivibili. Alla fine la proposta è stata di 12 dollari l'ora, che crescerebbero con l'aumentare delle mie capacità fino ai 17 dollari... appena un dollaro sopra il minimo per legge. Per ora mi potrebbe anche andare bene, ma finito il turno di prova sono schizzato fuori per dirigermi qui, a Oakleigh, per cercare un lavoro che pagasse di più.
Ma che fame... e che calo di zuccheri! I due maki ancora non salgono, e ho il sospetto che ci sia bisogno anche di un caffettino. Non riesco ad alzarmi dalla panchina, mentre il proposito sarebbe quello di entrare dentro i numerosi caffè e ristoranti, chiedere del manager e fare il reattivo e pimpante, pronto a scattare e sorridere!
Nel mentre, oggi, dovrebbe finire il mondo. L'Australia è tra le primissime nazioni che vedono il nuovo giorno, ma a quanto pare i Maya hanno deciso che l'unico orario buono era le 11:11 GMT. Ebbè, mi sembra logico, vuoi che un maya non sapesse quanto poteva fare fico settarsi sulle 11:11 di Londra? Evabbè, aspettiamo... Intanto qui non si è visto nemmeno un misero scarafaggio mannaro, manco l'ombra di un meteorite, figuriamoci la fine del mondo!
Mannaggia, mi tocca proprio cercare lavoro!
Alzarsi dalla panca è stato duro. Gironzolo per Oakleigh entrando nei ristoranti principali. È difficile fare breccia nel cuore dei manager, soprattutto quando si sottolinea che non si lavorerà né venerdì sera né sabato. Fortunatamente so tenere tre piatti su un braccio, e questo fa gola. Ma soprattutto il bello è che sono aperti durante la settimana per colazione, pranzo e cena! Insomma, uno spiraglio lo potrei trovare.
Il vero problema è capirli quando ti chiamano al telefono! L'ultima volta ho dovuto chiedere per tre volte chi fosse e per cosa mi chiamasse... Ovvio che poi non mi abbia più contattato! Ma è meglio non pensarci: prima o poi riuscirò a capire tutti!
Sì, il vero problema è capire tutti. Ci sono 22 milioni di abitanti in Australia, forse la metà sono stranieri. Ecco, ognuno di loro parla l'inglese a modo suo. La cosa divertente è che loro li capisco! Il problema sorge con gli australiani, nati in Australia da famiglia australiana... Loro non si capiscono nemmeno dopo un esorcismo...

Ormai l'entrare, chiedere del manager e farci due chiacchiere è diventata routine, anche piacevole. La timidezza mi piglia comunque ogni volta che devo effettuare il primo contatto della giornata, poi va tutto abbastanza liscio. Con il manager del negozio in cui ho lavorato stamattina ho imparato la mia lezione del giorno: fai vedere che ti interessa il posto, rompi, fatti vedere e ti assumeranno. Non basta essere positivi e sorridenti, bisogna essere anche persistenti.

Salgo sulla metropolitana. Un australiano si lamenta del servizio che, con le sue 17 linee, connette tutte le periferie alla city di Melbourne; secondo lui non è abbastanza efficiente e discute concitato della questione con i vicini di posto. Quanto gli vorrei dire: "caro mio, non immagini nemmeno il casino che riusciamo a fare a Roma con due sole  linee!"

Hey! Ho appena capito un australiano!

martedì 18 dicembre 2012

Crescere


Il pensare positivo porta indiscutibilmente a conseguenze positive derivanti in primo luogo da un atteggiamento migliore nei confronti delle persone con cui ci interfacciamo. In maniera direttamente proporzionale il pensiero negativo permetterà anche alla migliore occasione di sfumare e trasformarsi in una disfatta. Il problema del pensiero negativo sta nella sua stessa essenza: stagnazione. Potremmo raffigurare la mente come un veliero che, nei momenti di pensiero negativo, rimane immobile in un'area di bonaccia. Sono solo due le cose che si possono fare: aspettare che si alzi il vento o mettere fuori i remi e iniziare a spostarsi per trovare anche solo un flebile venticello che ci porti in posti migliori.
Lo ammetto, sono state tante le volte in cui mi sono trovato nella folta schiera di quelli che aspettano il levarsi del vento. Mi piace dare ragioni ambientali o climatiche a questo atteggiamento, ma è indiscutibile che la forza sia da trovare dentro se stessi. Essere soggetto al clima è una debolezza che non mi posso permettere... Bisogna essere radiosi per conquistare il mondo, altrimenti sarà il mondo a conquistarci, con tutte le nefaste conseguenze correlate. È questo il pensiero che cerco continuamente di tatuarmi nella mente, con successi sempre maggiori ma risultati non ancora permanenti.
Nonostante i buoni propositi mi sono trovato in stagnazione, risultando d'enorme aiuto il calcione nel sedere di mia cugina Betta, che cercando a caso sul web ha trovato un annuncio pubblicato da appena 8 minuti e mi ha letteralmente costretto a chiamare. Ho chiamato e mi sono cuccato un lavoretto di pittura di un pergolato da una tale Amanda. Il giorno dopo mi dedico anima e corpo al lavoro impressionando positivamente la padrona di casa, che mi vuole anche per il giorno seguente. Due giorni, 260 dollari! I miei primi dollari guadagnati in Australia!
Il secondo giorno mi domentico la crema solare sul collo e ora mi ritrovo con un grazioso collare rosso fuoco... Il sole australiano non perdona.
Preso dalla foga ho mandato CV a destra e a manca e ora aspetto di raccogliere i risultati.
Nel mentre ho avuto modo di entrare in contatto con un professore di archeologia dell'Università di Melbourne, polo scientifico sempre più in cima nella scala internazionale. Mi ha anche invitato al party di fine anno dei postgraduate di archeologia e filologia! Lì mi viene presentata Eleonora, archeologa proveniente dalla Ca' Foscari, appena entrata per il dottorato in questa prestigiosa università. Anche lei come me è scappata dai favoritismi, dal paese che dovrebbe essere patria della cultura ma che sta letteralmente compiendo il suicidio culturale. Sì, dall'Italia si scappa... E quando si guarda fuori dal paesino si scopre il mondo, un mondo che non è perfetto ma che ha tanto da offrire. Forse è solo un'impressione iniziale, forse finirò per dire che il mondo è tutto uguale... O forse no.
Per ora cerco in tutti i modi di impegnarmi, di migliorarmi, di crescere, perché forse il mondo è tutto uguale perché noi rimaniamo sempre gli stessi.
Non parlo di cambiare la propria essenza, ma solo di migliorare l'atteggiamento nei confronti degli eventi e delle persone. Non so se ci riuscirò, ma penso sia la chiave del successo personale e, in ultima analisi, del sentirsi felici e realizzati.
Considero una conquista ogni volta che riesco a entrare in un caffè o ristorante e chiedere se c'è il manager. Senza bisogno di santi in paradiso. Stringere la mano, chiedere, interloquire in una lingua non propria, una lingua che ognuno qui parla come gli pare e piace. E dire che ho pure un buon livello d'inglese... Penso che ci metterò un paio di mesi prima di capirli tutti, per questo cerco un lavoro da aiuto cuoco o da scaffalista, lavori che non richiedono un uso magistrale della lingua. Poi sarò pronto per uscire dal bozzolo, e provare a conquistarmi il lavoro più adatto alla mia laurea!

mercoledì 12 dicembre 2012

Primi Passi


Melbourne mi accoglie con un clima mite, sole a sufficienza e qualche nuvola; la prima giornata scorre placidamente tra me apparentemente sveglio ma profondamente rincretinito, qualche pasto e qualche conversazione col marito di mia cugina, britannico di origine e decisamente non italian-speaking. Ho una camera, un letto, pasti gratis e qualcuno con cui parlare, ottimo! Sabato il parentaggio mi sorprende con una festa di compleanno: ho compiuto 29 anni proprio il 28 novembre, il giorno dopo che sono arrivato. Non mi aspettavo niente, se non un "auguri" qua e là, e invece mi sono ritrovato con tanto di torta di compleanno e regali! La zia poi è bravissima a cucinare e, per quanto dica che non cucina tanto, ce n'è sempre per un reggimento! Finito il banchetto Alex, uno dei miei cugini, mi propone di andare a fare un giro in centro; balzo sull'occasione, così mi porta, assieme alla sua famiglia, sullo Skydeck, palazzone di vetro e acciaio che con i suoi 80 e più piani penso si possa ascrivere alla categoria grattacielo. L'ascensore ci mette pochissimi secondi a salire, tanto che mi tocca decomprimere per evitarmi il dolore alle orecchie. La vista è mozzafiato nonostante sia una giornata nuvolosa: è l'edificio più alto di Melbourne, per cui si può osservare l'orizzonte a 360 gradi. Saliamo che è quasi il tramonto, godendoci lo spettacolo della transizione da città diurna a città notturna, con tutte le luci che si accendono per le strade e nei palazzi. Scendiamo con l'intento di mangiare un boccone, ma il pranzo della zia è ancora potente in noi, così optiamo per una passeggiata sullo Yarra, il fiume su cui si è sviluppato il centro urbano. Alle 9 parte un gioco di fiamme da delle colonne di cemento sul fiume, illuminando di giallo e rosso tutta la sponda. Mentre camminiamo dai ristoranti esce profumo di carne, per centinaia e centinaia di metri, cosa che mi fa immaginare una colossale tauromachia. Ci facciamo un giro al gran casinò, dove assistiamo alla commedia della stupidità umana: un indiano scambia mille dollari in fiches e li perde in meno di un minuto alla roulette. Idiota.
Passo la prima notte di sonno riposante, senza interruzioni. Il mio corpo e il mio cervello si sono abituati finalmente al nuovo fuso! Questo vuol dire che da lunedì potrò iniziare a cercare lavoro!  Ma mi sveglio col piede sbagliato: un sogno in cui abbandono un gruppo di persone...
Sento dentro di me un gran senso di colpa...
Il sogno si ripeterà in forma analoga, anche se con personaggi diversi, qualche giorno più in là, segno inequivocabile che nonostante la calorosa accoglienza mi mancano le persone della mia terra. Non mi facevo così umano.
Contemporaneamente il tempo inizia a peggiorare, portando le temperature sotto i 15 gradi, con un ventaccio spaventoso e sporadici piovaschi. Un tempo cane insomma. Io, tutt'altro che immune ai cambiamenti climatici, mi ritrovo senza volerlo di pessimo umore, alla ricerca di motivazione quando invece ne dovrei avere a palate. Mentre cerco di combattere con questo stato d'animo mi chiama una mia cugina acquisita, Laura, invitandomi ad anndare con lei in palestra per fare insieme una lezione di Pilates. Fantastico! Amo il Pilates! Arrivati in palestra scopro che mi ha regalato un mese d'iscrizione: posso fare quello che mi pare ed entrare quando mi pare dalle 6.30 alle 22.00! La settimana inizia a cambiare piega, come cambia piega la mia schiena, accartocciata dal fastidioso far niente da disoccupazione e raddrizzata già con la prima lezione!

martedì 4 dicembre 2012

Tra le nuvole


Shanghai, 20:04 ora locale. L'aereo viene spinto via dal gate in modo che possa mettersi in pista. Accanto a me una cinese non la smette di parlare al telefono, approfittando degli ultimi minuti in cui può usarlo. Ho aspettato sei ore all'aeroporto e nell'attesa mi sono concesso una sontuosa ciotolona di ramen al manzo. Ora, satollo e già stanco delle undici ore del volo precedente, mi preparo ad affrontare le successive undici che mi porteranno in Australia, a Melbourne, dove inizierà una nuova avventura.
Il mese trascorso l'ho passato in pellegrinaggio tra amici e parenti, per salutarli un ultima volta prima di partire. Molto probabilmente li rincontrerò tra un anno, alla scadenza del visto.
Solitamente sono esaltato dalle partenze, ma questa volta i sentimenti sono troppo contrastanti: da un lato la possibilità di avere una prospettiva, un futuro molto diverso da quello che mi viene proposto in Italia, un futuro che permette la realizzazione dei sogni, quantomeno quelli normali come avere una casa e poter mantenere una famiglia senza aver paura di prendere la macchina per un fuoriporta il fine settimana, senza dover rinunciare a qualche cena fuori... ìnsomma, un futuro. Dall'altro lato gli affetti, una valangona inimmaginabile di cugini diretti e acquisiti che mi vogliono veramente bene, tantissime persone che conosco, le ragazze del gruppo scout alle quali voglio un mare di bene, i genitori, mia sorella e suo marito, una nonna decisamente in là negli anni che spero di rivedere ancora, il ristrettissimo e selezionatissimo gruppo di amici dell'università, soprattutto la Doddi's House in cui ho vissuto per qualche mese. I miei amici più cari, la mia ragazza che spero mi raggiungerà il più presto possibile...
Tanti affetti...
Tanto dolore nel lasciarli.
Il desiserio di fare una valigia immensa in cui mettere tutti per portarli con me.
La consapevolezza che questo non sarà mai possibile.
Mi addormento sull'aereo con questi pensieri in testa ma dopo un istante vengo svegliato dalla hostess che mi porta la cena. Impreco silenziosamente mentre sorrido di circostanza per la premura. Mangio il mio terzo riso con fagiolini piccanti e purè: la mia curiosità da scimmia di fronte a una scelta vastissima di menù possibili mi ha fatto scegliere per quello vegetariano. Rosico vedendo che l'evoluto primate che mi sta accanto ha la possibilità di scegliere tra carne e pesce, ed il vassoio servitole è di gran lunga più appetitoso del mio!
Butto giù il parco pasto, ringraziando che almeno non fa schifo, e cerco di riaddormentarmi con scarso successo. La mia vicina beve birra e rutta pacatamente con disinvoltura, atteggiamento che scopro essere comune nel cinese medio. Rutto dopo la birra, dopo il pasto, mentre si cammina e mentre si aspetta in fila e, infine, aggraziato rutto da conversazione.
Dopo11 ore passate provando centoquindici contorsioni yoga nella speranza di trovare una posizione confortevole l'aereo atterra soffice, soffrendo appena del forte vento laterale. Scendo, interminabile fila per la dogana tra migliaia di asiatici, passo senza nessun controllo e sono fuori. Ad attendermi, i miei zii, affettuosi, calorosi... Un pezzo di famiglia mai dimenticato ma così poco conosciuto a causa della distanza; ma soprattutto, famiglia.

mercoledì 28 novembre 2012

La risurrezione del Recatantaro

Cari amici, parenti, visitatori occasionali, dopo lunga e tribolata scelta del nome di questo nuovo blog ho deciso di tornare al nome antico! 

Il Recatantaro, il pesce abissale immaginario, risorge per raccontare nuove avventure in una nuova terra incredibilmente lontana da dove sono nato.

Quello che c'era nel vecchio Recatantaro (il fu www.recatantaro.com, ora disabilitato perché da bravo pezzentello non mi andava di pagare 12 eurini all'anno) è ancora vivo su piattaforma wordpress all'indirizzo valeriocozzi.wordpress.com, che col tempo diventerà la mia pagina professionale. Non troverete però i post di Danila, che quanto prima aprirà un suo blog personale!