martedì 4 febbraio 2014

A Melbourne col Phurgone



Finalmente Melbourne arriva all’orizzonte. La frizione non ne vuole sapere di collaborare così decidiamo di arrivare il più vicino possibile ad uno dei parenti per poi farci trainare a casa. Ogni semaforo diventa un’agonia e, come se non bastasse, troviamo anche il modo di sbagliare strada. Presto siamo nel bel mezzo del traffico natalizio così, appena trovato un grosso parcheggio, ci infiliamo in volata e chiamiamo il parentado. In mezz’oretta mio zio viene a prenderci e dopo poco il furgone è parcheggiato al sicuro di fronte casa. Natale e capodanno vengono trascorsi tra una cotoletta, un piatto di pasta e ore e ore sotto il furgone. Chi mi segue da lungo tempo sa che non mi spaventano lavori di meccanica e, questa volta, avevo anche l’aiuto di James, cugino acquisito, che nei suoi anni d’oro passava i week-end a smontare e rimontare la propria macchina.

Prima di tutto era partito il cilindro secondario della frizione… introvabile un pezzo di ricambio per un veicolo di 30 anni fa. Alla fine si era rotto solo un anello di gomma, così cerca che ti ricerca, un commesso di Bunnings (la maggiore catena australiana del fai-da-te) ci porta una scatola di rimasugli e pezzetti sparsi e ci dice: “se lo trovate è vostro”. In pochi minuti trovo qualcosa di adatto e il problema si risolve senza spendere un centesimo!

Così, preso il furgone, lo testiamo in giro per la città. Ma qualcosa stava andando storto: acceleravo ma il motore andava su di giri senza che la macchina si muovesse… era partito anche il disco della frizione. Ordiniamo il pezzo a Repco (nota catena di ricambi per auto), e il commesso per chissà quale motivo ci dice un prezzo di 50 dollari inferiore a quello di listino (160). La politica del negozio è di rispettare sempre il primo prezzo detto, così ci portiamo a casa un kit completo per appena 110 dollari! Quando smontiamo la frizione (cosa tra l’altro per niente difficile), troviamo un lato del disco totalmente mancante, più altre parti consunte all’inverosimile. Capiamo che arrivare fino a Melbourne è stato un vero miracolo!

Qualche altra spesuccia per stare più tranquilli (olio motore, olio cambio, filtro olio, tubi dell’acqua nuovi e liquido radiatore) ed ecco che il nostro furgone è di nuovo pronto a partire. Dati gli eventi è stato ribattezzato amichevolmente “phurgone”.

Poi è il momento degli interni. Metto la tappezzeria nuova e trasformo un divano letto in un letto a due piazze, sotto il quale scorrono i cassetti (al momento scatole) con il nostro guardaroba. James ci presta un frigo portatile e il fornellino, mia cugina Betta ci presta il pentolame e, finalmente, siamo pronti per ripartire alla volta di Avoca per continuare a lavorare nella vineria! C’era qualche intenzione di andare in Tasmania, ma di fronte a un guadagno sicuro la scelta è facile da prendere!

Il traffico di Melbourne non è proprio facile da affrontare col phurgone, visto che tutti sfrecciano a destra e a sinistra mentre il vecchietto stenta a raggiungere i 60 km/h in un minuto e mezzo. I suoi 54 cavalli si devono essere trasformati in ciuchini con gli anni. Ma abbiamo la nostra vettura e, per ora, funziona!

Ad Avoca troviamo posto nel campeggio: 140 dollari a settimana per un bel posto al sole, ma i bagni sono nuovi, c’è l’acqua calda e c’è anche una cucina e la lavanderia. A lavoro ci accolgono a braccia aperte e, mentre io vengo spostato in vineria per lavare le taniche d’acciaio, Amélie continua il lavoro sulla catena di imbottigliamento. Tutto sembrava andare per il verso giusto ma venerdì Ame torna con una notizia che sconvolge gli equilibri, qualcosa di difficile da accettare, qualcosa che porterà presto conseguenze: vogliono che lavori solo due giorni a settimana.

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