Finalmente
Melbourne arriva all’orizzonte. La frizione non ne vuole sapere di collaborare
così decidiamo di arrivare il più vicino possibile ad uno dei parenti per poi
farci trainare a casa. Ogni semaforo diventa un’agonia e, come se non bastasse,
troviamo anche il modo di sbagliare strada. Presto siamo nel bel mezzo del
traffico natalizio così, appena trovato un grosso parcheggio, ci infiliamo in
volata e chiamiamo il parentado. In mezz’oretta mio zio viene a prenderci e
dopo poco il furgone è parcheggiato al sicuro di fronte casa. Natale e
capodanno vengono trascorsi tra una cotoletta, un piatto di pasta e ore e ore
sotto il furgone. Chi mi segue da lungo tempo sa che non mi spaventano lavori
di meccanica e, questa volta, avevo anche l’aiuto di James, cugino acquisito,
che nei suoi anni d’oro passava i week-end a smontare e rimontare la propria
macchina.
Prima di tutto
era partito il cilindro secondario della frizione… introvabile un pezzo di
ricambio per un veicolo di 30 anni fa. Alla fine si era rotto solo un anello di
gomma, così cerca che ti ricerca, un commesso di Bunnings (la maggiore catena
australiana del fai-da-te) ci porta una scatola di rimasugli e pezzetti sparsi
e ci dice: “se lo trovate è vostro”. In pochi minuti trovo qualcosa di adatto e
il problema si risolve senza spendere un centesimo!
Così, preso il
furgone, lo testiamo in giro per la città. Ma qualcosa stava andando storto:
acceleravo ma il motore andava su di giri senza che la macchina si muovesse…
era partito anche il disco della frizione. Ordiniamo il pezzo a Repco (nota
catena di ricambi per auto), e il commesso per chissà quale motivo ci dice un
prezzo di 50 dollari inferiore a quello di listino (160). La politica del
negozio è di rispettare sempre il primo prezzo detto, così ci portiamo a casa un
kit completo per appena 110 dollari! Quando smontiamo la frizione (cosa tra l’altro
per niente difficile), troviamo un lato del disco totalmente mancante, più
altre parti consunte all’inverosimile. Capiamo che arrivare fino a Melbourne è
stato un vero miracolo!
Qualche altra
spesuccia per stare più tranquilli (olio motore, olio cambio, filtro olio, tubi
dell’acqua nuovi e liquido radiatore) ed ecco che il nostro furgone è di nuovo
pronto a partire. Dati gli eventi è stato ribattezzato amichevolmente “phurgone”.
Poi è il momento
degli interni. Metto la tappezzeria nuova e trasformo un divano letto in un
letto a due piazze, sotto il quale scorrono i cassetti (al momento scatole) con
il nostro guardaroba. James ci presta un frigo portatile e il fornellino, mia
cugina Betta ci presta il pentolame e, finalmente, siamo pronti per ripartire
alla volta di Avoca per continuare a lavorare nella vineria! C’era qualche
intenzione di andare in Tasmania, ma di fronte a un guadagno sicuro la scelta è
facile da prendere!
Il traffico di
Melbourne non è proprio facile da affrontare col phurgone, visto che tutti
sfrecciano a destra e a sinistra mentre il vecchietto stenta a raggiungere i 60
km/h in un minuto e mezzo. I suoi 54 cavalli si devono essere trasformati in ciuchini
con gli anni. Ma abbiamo la nostra vettura e, per ora, funziona!
Ad Avoca troviamo
posto nel campeggio: 140 dollari a settimana per un bel posto al sole, ma i
bagni sono nuovi, c’è l’acqua calda e c’è anche una cucina e la lavanderia. A
lavoro ci accolgono a braccia aperte e, mentre io vengo spostato in vineria per
lavare le taniche d’acciaio, Amélie continua il lavoro sulla catena di
imbottigliamento. Tutto sembrava andare per il verso giusto ma venerdì Ame torna
con una notizia che sconvolge gli equilibri, qualcosa di difficile da accettare,
qualcosa che porterà presto conseguenze: vogliono che lavori solo due giorni a
settimana.
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