È curioso
scoprire, a cena con il capo, i retroscena della propria assunzione. Proprio la
settimana prima che portassimo i nostri CV due persone avevano deciso di
dimettersi lasciando un vuoto nella programmazione dei lavori. Visti i nostri
curricula nella posta elettronica è stato proprio Sean a decidere di assumerci
in virtù della sua esperienza in Italia e con gli italiani. In amministrazione
ha detto che sa come lavorano gli italiani e che non avremmo dato nessun
problema! Curiosamente però non è stata solo la nazionalità a fargli scattare
una molla ma anche il nostro curioso CV: non capita tutti i giorni di vedere
due archeologi dei paesi islamici con tanto di Laurea Magistrale andare in giro
per fabbriche a chiedere lavoro. Per la prima volta, dopo quasi due anni dalla
fine della laurea, è stato il nostro titolo di studio a procuraci un pretesto
per un colloquio.

Purtroppo la
settimana al cottage è trascorsa rapidamente, ma ci ha regalato attimi di
tranquillità e soprattutto una sveglia più tardi: a soli 500 metri dalla
fabbrica in bicicletta ci vuole un attimo. Oltretutto la settimana è stata
piovosa, quindi ci siamo evitati gli otto + otto chilometri giornalieri sotto
la pioggia (andata e ritorno)!
In fabbrica si fa
un po’ di tutto: impariamo molto in fretta e siamo considerati “smart”
(intelligenti/svegli) dai dipendenti e dai capi. Dato che si lavora con
bottiglie di tutte le dimensioni tutto il giorno, abbiamo sviluppato una
discreta muscolatura tra spalle, schiena, braccia e mani; le bottiglie vengono
prese quattro alla volta, ma chi ha dita più lunghe ne riesce a prendere anche
sei. La prima settimana siamo tornati a casa ogni sera con la schiena a pezzi,
ma ora il nostro corpo si è abituato agli sforzi prolungati e qualche volta, la
sera, continuiamo a lavorare per Mark dipingendo casa.
Non contento di
tutte queste benedizioni tutte assieme, Mark, mosso a pietà dalla nostra fatica
quotidiana in bicicletta, ha deciso di prestarci la sua macchina per muoverci
nell’area! Così ora ci muoviamo liberamente in una vecchia Mercedes dell’82…
piede leggero leggero sull’acceleratore, che sennò i sei cilindri si fumano il
serbatoio in un paio di minuti, e siamo liberi! In realtà c’è una gran voglia
di comprarsi una macchina, anzi, un furgoncino, ma ancora non sappiamo quanto
rimarremo. Ora stiamo cavalcando un onda decisamente favorevole ma non abbiamo
minimamente idea di dove porti e per quanto la potremo cavalcare prima di
saltare su un’altra.
E intanto, zitto
zitto, è passato un intero anno in Australia e anche un anno dall’inizio di
questo Blog! Ed è arrivato anche il mio compleanno! Il 28 novembre ho compiuto
30 anni e, guarda caso, quel giorno ho stappato ben sessanta bottiglie di vino
spumante! Certo, non per berle ma per riattapparle col tappo giusto visto che c’era
stato un errore… vi assicuro che dopo la ventesima bottiglia la mano diventa
rossa e inizia a fare anche male! Ma è stato bello celebrare in questo modo:
lavorare, dopo mesi di inattività e di ricerca, è il più bel regalo che potessi
ricevere! L’unica cosa che manca, e tanto, è la presenza di famiglia e amici in
Italia… un anno senza poterli abbracciare, ma si sono fatti sentire tutti così
tanto e non mi hanno mai fatto sentire solo o dimenticato. È per tutti loro che
stappo le mie sessanta bottiglie di spumante e per tutti quelli che non mi
hanno dimenticato in un intero anno di assenza.
Grazie di cuore…