martedì 29 luglio 2014

La breccia



È passato più di un mese dall’ultimo post ma le statistiche mi mostrano che mentre io non scrivevo, più di una persona veniva comunque sulla pagina per vedere se c’era qualche nuova notizia… una trentina di voi continua a seguirmi anche se non pubblico niente. Grazie…

Ma lo sapevamo tutti che col lavoro stabile ci sarebbe stata meno avventura. Ora c’è molta più calma, nessun problema ad arrivare a fine mese e, anzi, i risparmi in banca aumentano! Una delle cose belle dell’Australia è proprio il livello dei salari: con la capacità di risparmiare che abbiamo in Europa un salario di qui vale doppio, nonostante il costo della vita sia parecchio alto. Se riuscissi a mettere le mani su un posto di lavoro che mi paghi secondo la mia età e titolo di studio, in brevissimo tempo avrei abbastanza soldi per aprire un’attività o comprare una macchina di fascia media. Invece, con questo lavoro part-time o giù di lì, (lavoro in media 30 ore a settimana), guadagno poco più che con un full-time in Italia…
Ci stiamo attrezzando per trovare un lavoro migliore, nettamente migliore, ma in questo particolare periodo pare che non sia facile nemmeno per la popolazione locale, quindi non ci rimane che ringraziare per quello che abbiamo senza frustrarci se non riusciamo a fare di più.

Ultimamente c’è stato un po’ più di movimento in albergo, per cui i miei progressi in modellazione 3D sono un po’ rallentati, o meglio, la fase di modellazione è conclusa, ma imparare l’arte del fotorealismo nei materiali è tutta un’altra storia!

In compenso più ore in hotel significano più soldi e, anche, una bella dose di esperienze e divertimento! È incredibile quanto mi diverta stare in mezzo alla gente, sorprendente vedere l’impatto che il mio sorriso porti in tutto il team di camerieri!

Come ben saprà chi mi segue abitualmente, sono facilmente frustrato da tentativi di indottrinamento aziendale e, di risposta, sono attivamente impegnato nell’abbattimento di tali procedure, sostituendole con una ben più sana pratica della buona vita di gruppo e integrazione tra i dipartimenti. La mia rete di contatti ora si estende sull’intero hotel: dall’house keeping e lavanderia alla conciergerie, fino ad arrivare al diciottesimo piano dove regna sovrano l’Executive Lounge Bar. Non contento ogni tanto chiacchiero scherzosamente anche con la segretaria del General Manager… nessuno mi può resistere! Avendo il rispetto e la simpatia di gran parte dello staff, mi posso permettere battute che metterebbero nei guai chiunque altro, soprattutto su uno degli argomenti fondamentali di indottrinamento dell’hotel che qui chiameremo Green Energy. La Green Energy sarebbe quell’energia che pervade ognuno dei componenti dello staff e che dovrebbe spingere tutti a fare di più e meglio (l’unico vantaggio che se ne ha è solo il plauso da parte dell’amministrazione… bella roba…). Una volta al mese o giù di lì, cercano di raggruppare tutti per “celebrare” questi momenti di Green Energy e continuare con lo stramaledetto lavaggio del cervello. Tutti odiano intensamente questi momenti e la stragrande maggioranza preferirebbe lavorare gratis piuttosto che essere pagato per stare seduto a subire tale trattamento.

Così, qualche settimana fa è capitato un evento più unico che raro: una pausa pranzo in cui eravamo presenti noi team members, un team leader (chiamiamolo Padma), un supervisore (che qui chiameremo Singh) e il super-supervisore (mettiamo si chiami Xin).
Xin è uno di quelli che dalla mattina alla sera rompe i gambasisi con questa Green Energy, persona che nessuno vorrebbe vedere arrabbiato. Essendo asiatico, quando le sue espressioni facciali virano al rimprovero è facile immaginare come fosse Gengis Khan durante la battaglia. Pur essendo alto un metro e un tappo di sughero, vi assicuro che Xin incute timore e rispetto.
Insomma, per un qualche motivo Singh si offre spontaneamente di offrire un bicchiere d’acqua a Padma, che era già seduto e pronto ad inforchettare il cibo. Qualche minuto più tardi arriva Xin e mi viene il lampo di genio.
Io: “Xin, tu non sai cosa ti sei perso”.
Xin, sguardo serio e un sopracciglio alzato “Cosa”.
Io: “Proprio qualche istante fa abbiamo avuto un preziosissimo momento di Green Energy e tu l’hai perso per un’istante!”.
Xin, sguardo ora acceso e sorrisino appena abbozzato (finora il massimo grado di felicità da lui mostrato): “Dimmi! Io vivo per i momenti Green Energy!”.
Io: “Sappiamo tutti che persona incredibilmente egoista sia il nostro supervisore, giusto?”
Singh sgrana gli occhi e mi guarda con la faccia del “che cosa cavolo stai dicendo!” mentre Padma inizia a ridacchiare sapendo quanto sia vero. Xin smette di masticare e alza le sopracciglia stupito.
Io: “Ebbene, proprio quest’uomo, prima ancora di prendere il cibo per se stesso (cosa non vera) ha chiesto a Padma se volesse un po’ d’acqua e glie l’ha portata con le sue due mani, diventando per tutti noi motivo di crescita e ispirazione! Quale esempio! Quanta Green Energy in un solo gesto! Già sento la nostra vita cambiare!”
Vedo Padma che inizia a lacrimare dalle risate mentre Singh tira un sospiro di sollievo capendo che è uno scherzo e poi, per la prima volta, anche Xin ride. Ride di gusto, una risata liberatoria scuotendo la testa mentre ripete a se stesso le parole “Green Energy”, alzando le sopracciglia e chiudendo gli occhi… espressione di chi ne ha fin sopra i capelli di questa farsa ma che è costretto dal General Manager a continuare la pagliacciata.

Ma il muro ormai è caduto. La breccia è stata fatta. E da quel giorno nessuno nel mio dipartimento è più riuscito a parlare seriamente di Green Energy. Liberati finalmente dalla frustrazione ci possiamo concentrare veramente sul servizio al cliente e vi assicuro che ciò che ne esce è pura energia, ma non ha un colore, non ha una dottrina e non è coperta da nessun brevetto. E solo pura vitalità e voglia di dare il meglio, liberati da qualsiasi definizione.