Mi piacerebbe
tanto raccontarvi qualcosa di emozionante, entusiasmante, fuori dal comune… ma
studio e lavoro non lasciano un granché di tempo per spedizioni nel cuore della
natura Australiana. Il Phurgone ci guarda dal parcheggio sterrato con
malinconia: ha capito che ormai lo utilizziamo solo per fare la spesa o per
andare a lavoro. Si ricorda i tempi in cui progettavamo di andare insieme in
Western Australia, ad arrossare le guance con un po’ di polvere del rossissimo
deserto australiano… in realtà ci piacerebbe tanto partire per un viaggetto on the road, ma prima bisognerebbe
cambiare la cinghia di distribuzione: impresa che richiede un certo tempo se
fatta da solo (si cambia solitamente cinghia e pompa dell’acqua) o, in
alternativa, tanti soldi se a operare è un meccanico.
Mancando i
prerequisiti per entrambe le opzioni, per adesso ci dedichiamo alla scoperta
del territorio circostante.
Una volta a
settimana ci diamo a delle belle passeggiate nel verde cittadino: Melbourne,
essendo una città molto giovane, ha avuto una pianificazione urbana molto più
virtuosa di quella che troviamo in città d’antico pelo. Il tessuto urbano, in
massima parte residenziale, si alterna a parchi più o meno selvaggi, dal
pratino in stile campo da golf al boschetto, con sentieri di varia difficoltà segnalati
ad ogni ingresso. Ed è tanta la gente che ne approfitta! Nelle giornate di sole
potrete vedere in perfetta tenuta da ciclista, su una bici da non meno di mille
dollari, persone di ogni età e genere. Ovviamente tutti col caschetto,
obbligatorio in tutta l’Australia, i melbourniani possono usufruire di centinaia, se non qualche migliaio di chilometri (sì, avete
capito bene) di pista ciclabile! Tant’è che certe volte diventa un po’
stressante per noi comuni mortali che usiamo ancora l’antichissimo mezzo di
trasporto: le fette (tradotto per i non romani: i piedi). Soprattutto in
giornate di festa, il camminare del pedone è intervallato da continui trilli di
campanelli di bicicletta o, in alternativa, dall’arcaico grido “passing!” o “coming through!” che farà balzare sull’attenti sbrigandosi a
disporsi in fila indiana, per evitare pericolose collisioni con lo
sportivissimo novantenne che potrebbe iniziare a perdere colpi o con l’imberbe
marmocchietto ancora incapace di schivare l’ignaro turista.
Evitati i comuni
pericoli non rimane che godersi il paesaggio durante le lunghe camminate. Uno
dei nostri percorsi preferiti è da casa nostra, attraverso lo Yarra Bend Park,
all’Abbotsford Convent, struttura che da tempo non è più di esclusivo dominio
ecclesiastico e che ora ospita una delle migliori pasticcerie, dove si possono
assaporare dei deliziosi cornetti alle mandorle o dei pain au chocolat in rigorosa e deliziosa tradizione francese!
Trovare questo posto che sa un po’ di storia e ha sapori collegati a doppio
nodo a bellissimi ricordi permette alla memoria di emergere e mostrare quanta
nostalgia abbiamo dell’Europa…
Europa che si fa
ogni giorno più vicina: il 26 novembre scadrà il visto e questo vuol dire che
non potrò rimanere più in Australia se non come turista. Amélie invece avrebbe
tempo fino agli inizi di febbraio 2015 ma, con ogni probabilità, torneremo
insieme.
160 giorni per
pensare al nostro futuro.