martedì 17 giugno 2014

Meno centosessanta



Mi piacerebbe tanto raccontarvi qualcosa di emozionante, entusiasmante, fuori dal comune… ma studio e lavoro non lasciano un granché di tempo per spedizioni nel cuore della natura Australiana. Il Phurgone ci guarda dal parcheggio sterrato con malinconia: ha capito che ormai lo utilizziamo solo per fare la spesa o per andare a lavoro. Si ricorda i tempi in cui progettavamo di andare insieme in Western Australia, ad arrossare le guance con un po’ di polvere del rossissimo deserto australiano… in realtà ci piacerebbe tanto partire per un viaggetto on the road, ma prima bisognerebbe cambiare la cinghia di distribuzione: impresa che richiede un certo tempo se fatta da solo (si cambia solitamente cinghia e pompa dell’acqua) o, in alternativa, tanti soldi se a operare è un meccanico.

Mancando i prerequisiti per entrambe le opzioni, per adesso ci dedichiamo alla scoperta del territorio circostante.
Una volta a settimana ci diamo a delle belle passeggiate nel verde cittadino: Melbourne, essendo una città molto giovane, ha avuto una pianificazione urbana molto più virtuosa di quella che troviamo in città d’antico pelo. Il tessuto urbano, in massima parte residenziale, si alterna a parchi più o meno selvaggi, dal pratino in stile campo da golf al boschetto, con sentieri di varia difficoltà segnalati ad ogni ingresso. Ed è tanta la gente che ne approfitta! Nelle giornate di sole potrete vedere in perfetta tenuta da ciclista, su una bici da non meno di mille dollari, persone di ogni età e genere. Ovviamente tutti col caschetto, obbligatorio in tutta l’Australia, i melbourniani possono usufruire di centinaia, se non qualche migliaio di chilometri (sì, avete capito bene) di pista ciclabile! Tant’è che certe volte diventa un po’ stressante per noi comuni mortali che usiamo ancora l’antichissimo mezzo di trasporto: le fette (tradotto per i non romani: i piedi). Soprattutto in giornate di festa, il camminare del pedone è intervallato da continui trilli di campanelli di bicicletta o, in alternativa, dall’arcaico grido “passing!” o “coming through!” che farà balzare sull’attenti sbrigandosi a disporsi in fila indiana, per evitare pericolose collisioni con lo sportivissimo novantenne che potrebbe iniziare a perdere colpi o con l’imberbe marmocchietto ancora incapace di schivare l’ignaro turista.

Evitati i comuni pericoli non rimane che godersi il paesaggio durante le lunghe camminate. Uno dei nostri percorsi preferiti è da casa nostra, attraverso lo Yarra Bend Park, all’Abbotsford Convent, struttura che da tempo non è più di esclusivo dominio ecclesiastico e che ora ospita una delle migliori pasticcerie, dove si possono assaporare dei deliziosi cornetti alle mandorle o dei pain au chocolat in rigorosa e deliziosa tradizione francese! Trovare questo posto che sa un po’ di storia e ha sapori collegati a doppio nodo a bellissimi ricordi permette alla memoria di emergere e mostrare quanta nostalgia abbiamo dell’Europa…

Europa che si fa ogni giorno più vicina: il 26 novembre scadrà il visto e questo vuol dire che non potrò rimanere più in Australia se non come turista. Amélie invece avrebbe tempo fino agli inizi di febbraio 2015 ma, con ogni probabilità, torneremo insieme.

160 giorni per pensare al nostro futuro.